domenica 6 dicembre 2015

"Semplicemente Donna!": Kouros presenta Giulio Mastrangelo e la fotografia come strumento per indagare sé stessi!


Abbiamo avuto modo di apprezzare Giulio Mastrangelo qualche mese fa alla collettiva da noi organizzata dal titolo “Il Nudo: tra seduzione e provocazione”. Dopo averlo conosciuto più da vicino, anche attraverso l’intervista che ci ha rilasciato a Settembre (link: http://kouros-servizi.wix.com/kouros#!giulio-mastrangelo/c24ha) proviamo ad approfondire questa figura artistica estremamente interessante grazie alla nostra curatrice.


Giulio Mastrangelo è un artista davvero interessante.. 
Mi piace definirlo un artista più che un fotografo perché le sue opere non sono per niente convenzionali.
La fotografia è per lui uno strumento attraverso il quale mostrare e conoscere sé stesso e ciò lo porta senz’altro nella sua produzione artistica a non limitarsi alla rappresentazione di ciò che vede. Egli va al di là del reale, concependo la fotografia come un processo in continua trasformazione, nel corso del quale sperimentare e portare l’immagine a risultati differenti, scomponendola e modificandola attraverso l’unione di scatti diversi, trasformandola e ponendo in evidenza determinati dettagli piuttosto che altri, mediante un gioco di contrasti tra luci ed ombre.

Mastrangelo, che ha già esposto con la nostra Associazione Kouros  alla collettiva sul Nudo presentando due lavori dallo straordinario impatto visivo “Frida” e “in Bloom”, immagini in cui si celebra il corpo nella sua dinamicità, mira allo stesso tempo, in molte sue opere, soprattutto alla rappresentazione dell’intricato rapporto tra Corpo e Anima, Mente e Spirito.

Giulio Mastrangelo - "In Bloom" e "Frida"
 (dalla collettiva "Il Nudo tra seduzione e provocazione")
26 settembre - 7 Ottobre 2015

Alla collettiva “Semplicemente Donna”, l’artista propone, infatti, ancora una volta la relazione che intercorre tra Corpo, Mente e Spirito, presentando tre scatti, facenti parte di un progetto più ampio dal titolo “Afterbirth”, nei quali evidenzia, altresì, la propria personale concezione riguardo questo legame inter-corporeo, indugiando, come egli stesso afferma, “sull'inevitabilità del percepire l'altro, una res qualsiasi, attraverso il filtro della soggettività."

Dall’unione di particolari di soggetti diversi, egli dà, così, forma ad un’unica persona, derivante dal suo stesso inconscio, andando a creare un’opera particolarmente affascinante e bizzarra che inevitabilmente vuol generare dubbi e domande in chi la osserva, provando ad indagare e sfidare al contempo anche la mente dello spettatore stesso.

Giulio Mastrangelo - "Afterbirth"
Questa serie costituita da svariati scatti che mettono in risalto determinate parti anatomiche (seno, bocca, ecc.), appare, dunque, come un grande collage nel quale Mastrangelo unisce all’oggettività del corpo la sua intima visione, servendosi ancora una volta della luce ed in particolare del chiaroscuro che gli permettono di esaltare ciò che sta al di là della sola materia.
Un artista, dunque, da seguire in tutte le sue prossime espressioni artistiche..
F. Callipari


sabato 5 dicembre 2015

Semplicemente Donna!: Kouros presenta Martina Pancrazzi, l’arte come sperimentazione..




Nell’ambito di “Semplicemente Donna!” rassegna pittorica e fotografica ospitata a Firenze presso Simultanea Spazi d’arte dal 25 Novembre al 7 Dicembre, l’Associazione Kouros presenta al pubblico Martina Pancrazzi e la sua opera "Touch..solo per sensibili..

Martina, aiutaci a conoscerti un pò di più, quando e come nasce in te la passione artistica?
La mia passione artistica nasce sin da piccolissima, essendo stata sempre a contatto con l'arte fin da subito....soprattutto grazie ad un mio zio pittore a cui sono molto legata, il quale mi ha sempre fatto dipingere insieme a lui e appassionare alla pittura. Fino a decidere di prendere studi di indirizzi artistici.

A "Semplicemente Donna" esponi "Touch..solo per sensibili", un'opera molto originale realizzata con tavole da skateboard. Com'è nata e quel'è il messaggio che intendi trasmettere attraverso di essa?
"Touch..solo per sensibili" fa parte appunto di una serie di lavori e di un percorso pittorico realizzato sulle tavole da skateboarding. Mi sono innamorata delle tavole perché da esse ne traggo le grafiche, rendendole parte del lavoro...quasi il quadro diventasse anche un pò scultura. Questo in particolare per me lancia un messaggio importante... la donna ha inciso stop sulla mano....come per proteggersi e rifiutarsi a qualsiasi sopruso.

Che cos’è per te la pittura: la capacità di dare origine a un’immagine già dentro la tua mente o una spontanea espressione del tuo estro?
Per me la pittura è entrambe le cose, di sicuro il mio stile è molto più espressivo e comunque dietro vi è sempre prima una ricerca del soggetto e di quello che vorrei trasmettere con la fotografia!

Come immagini il tuo futuro artistico? Intendi sperimentare nuove vie creative?
Per il mio futuro artistico spero di procedere ed elaborare ancora altri lavori sulle tavole anche se mi piacerebbe abbinare la parte fotografica in qualche modo alla pittura.

"Semplicemente Donna!" si è aperta proprio nell'ambito della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e la scelta di tale data non è un caso, ma esprime chiaramente la voglia di sensibilizzare la società rispetto agli abusi che ancora oggi vengono perpetrati nei confronti del genere femminile! Qual'è la tua idea a riguardo?
Qualsiasi forma di violenza o abuso ha la terribile capacità di togliere dignità...una dignità che in qualche modo non verrà mai restituita del tutto, un dolore lacerante che si insinua nella vita, ma ci terrei a dire che in qualche modo tutto ciò va urlato e denunciato! Forse proprio un mezzo così potente come l'arte può essere quello capace di trasformare questa sofferenza in valore...un valore ancora più forte della violenza subita..

Grazie per le tue risposte, la tua arte così versatile e variegata ci pone di fronte a orizzonti immaginifici sempre nuovi, dove cambia il supporto pittorico, ma quello che non muta mai è il messaggio forte e chiaro che riesci a rendere attraverso le tue opere: l’arte non può cambiare il mondo, ma lo può rendere un po’ più colorato, sottraendolo al grigiore in cui troppo spesso rischia di cadere. Artisti come te ci aiutano a risollevarlo!Continua così! 

venerdì 4 dicembre 2015

Semplicemente Donna!: Kouros presenta Paola Carosiello, l’arte come ricerca della bellezza…




Nel contesto della rassegna “Semplicemente Donna!” ospitata a Firenze presso Simultanea Spazi d’arte dal 25 Novembre al 7 Dicembre, l’Associazione Kouros è lieta di presentare l’artista Paola Carosiello in mostra con l’opera “Malinconia”…

Paola puoi raccontarci qualcosa in più su di te e sulle tue origini artistiche?
La mia riflessione artistica si sviluppa alla fine degli anni 90’ ed è associata al disegno, tecnica a me particolarmente congeniale. Frequento l’Accademia di Belle Arti di Bologna e, sperimentando, comincio la ricerca di un Linguaggio pittorico riportando la figurazione al centro narrativo, lontano da sperimentazioni concettuali.

A “Semplicemente Donna!” presenti un’opera particolarmente significativa, “Malinconia”, uno sguardo di donna che coi suoi segni del tempo ben visibili ci induce a riflettere sulla fugacità della vita…vuoi dirci qualcosa in più su di essa?
“Malinconia” è il ritratto di mia madre, e dipingendo anche su commissione soprattutto bambini, trovo che un volto Adulto racconti una storia. Ho voluto esprimere l’essenza di un viso segnato dal tempo, senza orpelli di Abbellimento.

Che cos’è la pittura per te? Il momento creativo è un atto spontaneo, o la conseguenza di un disegno già prefissato nella tua mente?
La Pittura per me è un ritorno di Energia positiva e per quanto riguarda il momento creativo, è legato ad una riflessione continua che si alimenta dall’Osservazione di un volto, di una situazione, di un oggetto o di un’esperienza vissuta. Dipende dai Momenti della vita che è in continua evoluzione.

Immagini già il tuo futuro artistico? Come lo vedi? In quali altre espressioni artistiche ti cimenterai?
In questo momento storico, visto le difficoltà legate all’Arte, è difficile immaginarsi un Futuro artistico e io provo sempre a vivere il momento, legato alla mia passione, senza guardare troppo lontano. La mia espressione artistica rimane sempre la Pittura, il Pastello e tutto quello che  riguarda l’esercizio del fare. Sono comunque aperta alla sperimentazione di mezzi nuovi.

“Semplicemente Donna”, una rassegna nata per omaggiare la figura femminile e per raccontare allo stesso tempo quanta violenza si celi ancora tra le mura domestiche e non solo nei confronti della donna…Qual è la tua opinione a riguardo?
La violenza alle donne è ancora, purtroppo, un problema attuale; ed è sempre sconvolgente e allo stesso tempo incredibile scoprire quanta ferocia si nasconda, con risultati a volte irrecuperabili, all’interno del nucleo familiare.
Penso che la cultura possa aiutare tanto non solo ad aprire la mente ma anche, attraverso la Bellezza, ad offrire mondi Nuovi, possibilità diverse. Ci può essere una crescita solo se si è immersi nella ricerca e nella tensione, poetica e spirituale, verso la Bellezza.

Grazie Paola per le tue parole, è proprio vero, tutto ciò che è arte e cultura è un passo in più verso la bellezza, quella del cuore e della testa, in un cammino spesso duro e tortuoso che una volta intrapreso ci rende però esseri liberi e pensanti, sradicati da ogni tipo di condizionamento, e volti a vivere nel rispetto reciproco, senza mai calpestare la dignità altrui. La tua arte dà un contributo poderoso verso questo fondamentale e imprescindibile obiettivo!

giovedì 3 dicembre 2015

Semplicemente Donna!: Kouros presenta Elisa Mazzieri e “l’arte” di essere liberi…




In occasione di “Semplicemente Donna!” mostra ospitata a Firenze presso Simultanea Spazi d’arte dal 25 Novembre al 7 Dicembre, l’Associazione Kouros presenta al pubblico Elisa Mazzieri e la sua opera “Reverie”…

Chi è Elisa Mazzieri e coma nasce la sua passione per l’arte?
Immagini, prima di tutto. Sia nel disegno che nella scrittura, sono le immagini liquide che mi danno l’avvio. Per quanto ricordo è stato sempre così. Prima con i disegni, da molto presto, poi con poesie e racconti. La poesia, in particolare, fin da bambina anche questa, è un’eredità paterna.

A "Semplicemente Donna" presenti "Reverie", opera strettamente legata alla poesia da te composta "E se", vuoi raccontarci qualcosa in più di questo progetto dalle mille sfaccettature artistiche?
Ecco, le immagini cui mi riferivo sono anche immagini doppie. In questo caso c'è la donna com'è vista - e giudicata - in "E se" che termina con la scelta chiara di una libertà consapevole e si allaccia alla donna che in "Reverie" guarda sé stessa.
E attraverso lo sguardo, lucido, trasforma e allontana la danza dei "giudici" senza perdere la sua identità. Senza esaurire la forza nel logorio della sola resistenza. Esistere prima che resistere.

Che cos’è per te disegnare? Una libera manifestazione del tuo estro o la realizzazione di un’idea già definita nella tua mente?
Forse il passaggio continuo dall’uno all’altro. Credo che l’immagine non sia presente da prima su un piano mentale mentre la forza creativa senta un’urgenza d’inizio.
Poi  c’è come un innesco, è quando mi appare e mi appare il disegno. Da un po’ mi capita di vederlo solo alla fine, capovolgendo il foglio. Questa sarebbe una manifestazione creativa, pura, ma il mutamento continuo di forme, prima, è della mente, che procede così e, sappiamo, inganna. Forse, quindi, la purezza creativa si perde quando fissa uno dei tanti specchi mentali rendendolo più chiaro. Ma è il viaggio fin lì che ha permesso di affacciarsi alla finestra e goderne il panorama liberato.

Come vedi il tuo futuro tra arte e poesia? Pensi di avventurarti in nuove sfide creative?
Mi sto dedicando a un progetto, che dovrebbe partire a breve, sulla Fiaba. O meglio la decostruzione e “costruzione” di una fiaba in ogni passaggio, personaggi e spazio scenico inclusi, fino alla rappresentazione. Mi rivolgo a chi ha “eccesso di energie o fantasia” – non mi sento di usare definizioni, meno ancora sigle, data la complessità dell’argomento.

La collettiva “Semplicemente donna”! nasce come un piccolo contributo per gridare forte il nostro “No alla violenza”, ma soprattutto per esaltare la figura della donna in tutti i suoi aspetti, rimarcandone l’importanza e il ruolo fondamentale nella società. Cosa pensi in merito agli abusi e alle mancanze di rispetto alle quali essa è costretta ancora oggi a sottostare?
È difficile rispondere in modo sintetico senza minimizzare - parlo soprattutto come ex operatrice di centro antiviolenza. I meccanismi, sottili o espliciti, che minano la libertà, la dignità e infine la vita, delle donne che subiscono violenza sono molteplici eppure simili.
La violenza contro le donne è trasversale.
Non conosce distinzioni di ceto, cultura età, provenienza. Questa evidenza va assimilata e non ridiscussa secondo i casi. Alla richiesta di aiuto non si deve opporre lo stupore perché “proprio lui, un così distinto professionista, non è possibile?”
A volte, per chiedere aiuto, una donna attinge alle sue ultime energie – ultime per un tempo finito, l’energia femminile è inesauribile. La richiesta è un atto di coraggio, doloroso e forte. Non importa quale sia “il dettaglio” dell’offesa subita, da quanto tempo, se il violento sia un insospettabile professionista, un alcolizzato, un tanto disponibile vicino di casa. La donna deve essere accolta, sostenuta, “presa sul serio”. Non importa per quanto tempo abbia subito, una volta o dieci anni e se ancora ama quello che l’ha maltrattata, neanche questo importa - quello che lei ama è il fantasma dell’amore ma sarebbe una parentesi troppo ampia da aprire. Non va stigmatizzata, se gli abusi vanno avanti da molto perché “e lei che ci è rimasta a fare?” Va compreso che più si subisce violenza, fisica, psicologica, entrambe, più è difficile uscirne. Si perde il contatto con l’esterno, soprattutto se la donna non è indipendente a livello economico. Le ricadute in una relazione con un uomo violento sono parte del meccanismo che è sempre lo stesso: una spirale dove si alternano violenze e “riappacificazioni” fino all’esaurimento della donna. A volte fino alla morte. Nell’isolamento si consumano le violenze peggiori. La maggior parte dei maltrattamenti o abusi avviene fra le mura domestiche o è attuata da uomini con cui la donna è o è stata in relazione, non solo partner.
Ci sarebbe da aggiungere, all’infinito, partendo dalle discriminazioni che la donna subisce, soprattutto oggi, sul posto di lavoro. Tutte le forme di violenza, abusi, maltrattamenti devono essere riconosciute e se ne deve prendere atto collettivamente. La mia attenzione all’aspetto della violenza domestica scaturisce soprattutto dall’impegno come operatrice. Come detto all’inizio, tutti gli stereotipi vanno demoliti e la famiglia resta ancora, per i più, inviolabile sebbene al suo interno si consumino molte violenze anche.

Grazie per le tue risposte, il tuo contributo artistico e umano ci dà la possibilità di continuare una riflessione profonda sulle troppe violazioni ancora in essere non solo sulla donna, ma su tutto il genere umano; la violenza genera altra violenza e l’unico modo per combatterla può essere la delicatezza, l’armonia e la bellezza, qualità congeniali all’arte che forse non salverà mai il mondo ma potrà sempre dare un sostegno fondamentale al suo miglioramento!

mercoledì 2 dicembre 2015

Semplicemente Donna!: Kouros presenta Giulia Lauren De Cesaris, l’artista che dà vita ai volti delle donne.


Nell’ambito della collettiva Semplicemente Donna! ospitata a Firenze presso Simultanea Spazi d’arte dal 25 Novembre al 7 Dicembre, l’Associazione Kouros è lieta di presentare l’artista Giulia Lauren De Cesaris, in mostra con 3 opere sulla tematica femminile.

Giulia, raccontaci qualcosa in più di te, come nasce la tua passione per l’arte?
La mia passione per l'arte nasce sin da quando ero piccola, osservando le illustrazioni dei libri di fiabe e miti, trovavo interessante come con il disegno si potesse dar vita ad un mondo fantastico, che non esiste nella realtà. Inoltre ho sempre avuto una passione per i colori, da allora ho iniziato a dipingere e non ho più smesso.

Alla nostra rassegna abbiamo il piacere di ospitare tre delle tue opere, "Emozioni", "Elettra" e "Lo Sguardo", tre sguardi di donna, quasi dei fotogrammi che sembrano scavare nel profondo. Cosa intendi rappresentare attraverso di esse?
In quanto amante della storia dell'arte e della letteratura, ho sempre subìto il fascino delle raffigurazioni femminili nell'arte, dalla Venere pudica fino ai ritratti del 900, dalle figure femminili della letteratura greca, fino alle scrittrici contemporanee. Ammiro le varie sfaccettature di alcune personalità, possono essere: forti, indipendenti, libere ma anche sensibili e profonde. Inoltre avendo il chiodo fisso dell'armonia e dell'estetica mi piace disegnare i volti femminili per i loro volti dai tratti morbidi  e delicati.

Cosa significa dipingere per te? Le tue opere sono il risultato dell’istinto o di un progetto già configurato nella tua mente?
Non sono molto brava ad esprimermi attraverso la parola, quindi spesso confluisco tutto ciò che provo nei miei dipinti, il colore e il “gesto” sono la chiave rivelatrice del sentimento che provo. Tutto ciò che realizzo è puramente istintivo, vengo ispirata da quello che vi è intorno a me, difatti il mio operato fino ad oggi non ha seguito un tema o un filo logico, appunto perché non pianifico quello dipingo.

Come immagini il tuo avvenire artistico? Di quali altre tue espressioni creative saremo testimoni?
Sono ancora all’inizio del mio percorso, sicuramente spero di imparare nuove tecniche e di migliorare sempre di più, continuerò sulla scia dei ritratti in quanto sono molto interessata all'uomo, soprattutto alla figura della donna. Oltre a questo vorrei approfondire lo studio dei paesaggi, e della natura, essendo la mia fonte di ispirazione principale. Per questo spero di poter viaggiare molto, per conoscere e prendere ispirazione da luoghi lontani.

Semplicemente Donna”, la rassegna da noi ideata, si è aperta proprio il 25 novembre, nell’ambito della giornata internazionale contro la violenza sulle donne…Cosa vorresti dire alle donne, ancora vittime silenti di violenze? Qual è la tua idea in proposito?
Purtroppo questo problema è conseguenza di una storia, dove in minore o maggior modo la donna è sempre stata vista come inferiore, debole e talvolta anche incapace, questo concetto si è radicato talmente nella società e nella storia antropologica dell'uomo che tutt'oggi ne subiamo le conseguenze. Con i mezzi di cui siamo a disposizione oggi è giusto che si faccia di tutto per liberare la società da questo problema che affligge gli uomini. Si deve dunque affrontare maggiormente il problema, con tutti i mezzi, partendo dalle scuole, dove si deve insegnare sin da piccoli il rispetto per la persona e per la donna, creare sensibilizzazione nei licei, università, sul web, creare convegni o mostre a tema come ha fatto l'associazione Kouros. Dico alle donne vittime di violenze una cosa che sicuramente è stata già detta ma che è essenziale, non bisogna rimanere in silenzio ma denunciare il sopruso, parlarne con chiunque, e reagire immediatamente al primo avvistamento di pericolo, suggerisco di guardare la situazione in modo obbiettivo e non soggettivo per non farsi influenzare, e soprattutto non isolatevi, ma appoggiatevi a qualcuno di fiducia.

Grazie mille per le tue risposte, la tua arte così vera e spontanea ci regala un universo di colori e armonie tutto da scoprire, con volti che sembrano quasi parlarci, sussurrandoci le loro emozioni più recondite, invitandoci ad andare oltre il visibile per cogliere le più intime profondità di ogni animo umano.

Semplicemente Donna!: Kouros presenta Anna Chiriano, la fotografia come mezzo per evidenziare la libertà della donna...




In occasione di “Semplicemente Donna!” mostra ospitata a Firenze presso Simultanea Spazi d’arte dal 25 Novembre al 7 Dicembre, l’Associazione Kouros presenta al pubblico la fotografa Anna Chiriano e la sua opera “Post Fata, Resurgo”…

Anna raccontaci un po’ di te! Come nasce la tua passione per la Fotografia?
La passione per la Fotografia nasce in tenera età, quando trascorrevo ore ed ore in compagnia della macchina a pellicola di mio padre. Solo il tempo mi ha permesso di capire che quella curiosità era, ed è, la mia vera e propria passione. Diplomandomi alla Scuola Internazionale di Fotografia di Firenze, ho dato modo alla mia sete e voglia di sapere di ricevere nozioni fondamentali per fare di una passione uno stile di vita e, dunque, una professione.

Alla nostra rassegna esponi l’opera fotografica “Post Fata, Resurgo”, vuoi dirci qualche particolare in più a riguardo?
Presente all'interno del progetto di autoritratto "#MyBorderLine", lo scatto descrive la donna libera da ogni condizionamento sociale, storico, o ambientale. Forte, perchè la donna lo è! Capace di cadere e rialzarsi, di difendersi anche dalle sue stesse fragilità, dalle gabbie che, talvolta, lei stessa, condizionata da retaggi culturali e sociali, si costruisce da sola, finché non acquisisce la consapevolezza del suo essere libera!..la donna è Libera di decidere e di scegliere tutto ciò che deve essere e rappresentare il suo mondo.
Ecco, la mia opera "Post Fata Resurgo" vuole ritrarre proprio questo risveglio della coscienza, questa rinascita consapevole della donna come "essere libero"!

Cosa significa per te fotografare: catturare delle emozioni già esistenti o crearne delle nuove?
Per me scattare una Fotografia vuol dire fermare un istante, rendendolo eterno.

Se pensi al futuro, come ti vedi tra qualche anno? Hai intenzione di cimentarti in altre espressioni artistiche?
Mi vedo in giro per il mondo a catturare sguardi e sorrisi, passi piccoli e grandi di gente che si crede "comune" ma che in realtà non lo è. Perché ogni sorriso è importante e gli occhi di ciascun individuo nascondono ma al tempo stesso parlano. Raccontano stati d'animo, emozioni e sensazioni che vorrei cercare di tirar fuori, dando loro visibilità e concretezza.
In realtà da qualche anno ho avuto un incontro molto più che ravvicinato con pennello e tele, uno sfogo personale notturno che, dopo aver esposto e reso fruibile in diverse occasioni, per il momento ho deciso di far tornare ad essere una cosa solo mia.

Questa mostra nasce per rendere omaggio alle donne in tutte le loro innumerevoli sfaccettature e stati emotivi, ma nel contempo per denunciare tutte quelle violenze psichiche e fisiche alle quali il genere femminile è ancora costretto a sottostare? Qual è la tua idea in proposito?
La mia idea è molto semplice: ogni individuo, sia esso uomo o donna, bianco o nero, alto o basso, nasce libero e degno di rispetto. Tutto ciò che vada in senso contrario per me è una aberrazione della vita stessa.

Grazie per le tue risposte, la tua arte così vera e potente e i significati in essa intrisi ci consegnano un monito importante ed emblematico: la donna non deve rimanere incastrata in logiche sociali secolari, ma deve andare oltre etichette precostituite, facendo della propria debolezza la propria forza, imponendo più che mai la propria individualità e gridando forte al mondo il suo essere “libera” di sognare, amare, vivere!

martedì 1 dicembre 2015

Semplicemente Donna!: Kouros presenta Andreea Ioana Dorneanu, l’arte come riscoperta di sé!




Nell’ambito della collettiva Semplicemente Donna! ospitata a Firenze presso Simultanea Spazi d’arte dal 25 Novembre al 7 Dicembre, l’Associazione Kouros è lieta di presentare l’artista Andreea Ioana Dorneanu, che espone un progetto sulle donne intitolato “Sguardo di donna”.

Andreea, parlaci un po’ di te… Com’è nata la tua passione per l’arte?
Sono nata nel 1985 a Bacau in Romania. In questa città vi è un’unica scuola d’arte, scuola che ho sempre sperato di frequentare. Fin da molto piccola, ricordo di aver disegnato su qualsiasi cosa; prima ho iniziato a scarabocchiare i visi delle bambole, poi sono passata a fogli di carta sui quali disegnavo quasi sempre ritratti o modelle con vestiti da copertina ed infine sui quaderni scolastici, ovunque trovavo del bianco libero. Arrivò presto il momento di presentarmi alle prove di ammissione per l’iscrizione alla scuola superiore d’arte, ma nonostante le mie prove fossero apprezzate, non fui ammessa. Purtroppo in Romania, a quel tempo, non si veniva ammessi solo per la bravura o le capacità, ma in tanti casi si facevano distinzioni sociali relative al reddito delle famiglie. La mia famiglia non era benestante ed io, con profonda delusione, vidi passarmi davanti persone ingiustamente privilegiate. Una brutta realtà che si ripeteva nuovamente nei miei confronti, mia madre vent’anni prima subì la medesima ingiustizia.
Questa cosa mi ha fatto particolarmente male, tanto da  passare quasi 15 anni senza quasi mai toccare matite o qualsiasi altra cosa avessi a disposizione per disegnare; sembrava che l’ispirazione non arrivasse più e che la vita frenetica che stavo attraversando mi impedisse di ritrovare la mia tranquillità, quello stato d’animo positivo che mi dava la voglia la lasciare un mio segno su ogni cosa…fino al momento in cui qualcosa dentro di me è cambiato ed ho nuovamente sentito il bisogno di ricominciare a segnare a schizzare a disegnare quello che avevo dentro , la mia arte…….e da lì piano piano riscoprendo me stessa ho riscoperto la voglia e il desiderio di comunicare attraverso le emozioni che comunicano i miei disegni, le mie piccole opere d’arte.

 Alla nostra collettiva esponi un progetto sulle donne dal titolo “Sguardo di donna”, nel quale presenti donne di diverse etnie ed estrazione sociale, concentrandoti in particolare sul loro sguardo.. parlaci un po’ di questo progetto e spiegaci meglio com’è nato?
Tutta colpa di Beethoven! Ne conoscevo il nome e la fama, ma non lo avevo mai ascoltato veramente. Un giorno, mentre ero in cucina, cominciai a disegnare due grandi occhi senza un obiettivo, volevo lavorare alle sfumature di grigio a matita come al mio solito e nel frattempo ascoltavo Beethoven…improvvisamente dentro di me crebbe la voglia di aggiungere del colore e presi in mano gli acquarelli, colorai l’iride degli occhi di varie sfumature, ma Beethoven incalzava ed arrivata la Sinfonia n.5 con il suo ritmo insistente sentii il bisogno di contornare il disegno di pennellate di colore rosso intenso…era la prima volta che avevo voglia di colore così intenso e di mischiare varie tecniche per raggiungere quello che vedevo al momento realizzato solo nella mia testa. La mia mano scivolava a tempo di musica come mai sulle note tempestose della sinfonia. Il risultato finale mi sorprese, non studiai niente in anticipo, tanto è vero che stavo dipingendo su un cartoncino e non su tela, su quello che avevo a disposizione in quel momento, con colori acrilici che da tempo tenevo nascosti in una scatola che portavo sempre con me in occasione delle vacanze estive con la fioca speranza che mi tornasse l’ispirazione. Dipinsi per la prima volta nella mia vita in quel modo e lì nacque il mio primo “sguardo di donna “ .
Nei giorni successivi in compagnia di Beethoven realizzai altri volti di donna, altri sguardi dipinti ad acrilico. Venni poi a conoscenza di un concorso nel quale potevo presentare un progetto e così dopo essermi iscritta partecipai completando i miei dieci sguardi. In un primo momento chiamai la mia opera “La donna contemporanea”, ma forse il nome non era il suo visto che chi guardava i miei disegni non faceva altro che parlare delle emozioni che comunicavano gli sguardi intensi delle mie donne e così variai il nome in “Sguardo di donna”…questo è ora il suo vero nome.

Quando ti metti di fronte al foglio bianco sai già cosa vuoi rappresentare o ti lasci guidare dall’istinto?
Come ho iniziato il progetto “Sguardo di donna” mi piace lasciare libera la mia fantasia. Non studio i particolari perché mi piace vedere che cosa mi riserva il mio stato d’animo in quel momento, come quando ascolto la musica mentre dipingo. Per questo progetto da metà in avanti ho dovuto imporre una linea guida per avere un senso, ma i particolari dei dipinti, come i colori, sono stati scelti al momento della pennellata.

C’è un messaggio particolare che intendi offrire attraverso la tua arte?
Tutto quello che ci circonda: la creazione di Dio, il Bing Bang, tutto quello che ci emoziona e ci lascia senza parole è arte.
Tutti abbiamo dei doni ma non li vediamo, tutti siamo unici, ma non ce ne accorgiamo. Ci intristiamo invece di gioire dei nostri doni, i nostri occhi perdono la loro lucentezza e diventano bui e ci lanciano sguardi intensi e pieni di malinconia.
In quel momento dallo sguardo traspare la nostra disperazione interna, la nostra incredulità, il nostro disorientamento e da quello sguardo così intenso percepiamo la necessità di un cambiamento.
Un cambiamento dentro di noi…un cambiamento nello sguardo…un cambiamento nel modo di vedere cose, le cose semplici della vita.
Ricominciare a vedere con i nostri occhi e non con gli occhi di chi vuole manipolarci per portarci alla tristezza e all’insoddisfazione.
Abbiamo dentro tutto ciò che ci occorre per essere felici con noi stessi e con gli altri.
Il dono della parola, della scrittura, della pittura hanno cambiato il mondo quando non vi è stata la paura di esprimerli…chi si è espresso ha cambiato il mondo.
Oggi il mio motto è: …“vivere la vita è un’arte e per apprezzare la bellezza del mondo dobbiamo guardare attraverso l’occhio dell’artista”.

La collettiva “Semplicemente Donna” è stata inaugurata proprio nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre).. qual è il messaggio che vorresti dare alle donne che in questo momento si trovano ad essere vittime di violenza?
Ci tengo a ricordare che prima di essere vittime di violenza fisica molte donne attraversano uno spazio di inconsapevolezza di loro stesse, non si conosce il proprio valore e quindi già loro stesse non si considerano degne di essere amate, di essere rispettate e cadono per essere facile preda dei loro aggressori o di chi le vuole plagiare.
Bisogna essere convinte del proprio valore e ricordarsi quanto una donna sia importante a partire dalla famiglia, lei è donatrice di vita, lei è madre, moglie, amica…
Ricordatevi che un gesto così grottesco non può essere definito disciplina…
Per schivare certe situazioni spiacevoli si può imparare a riconoscere certi atteggiamenti, non chiudete gli occhi a certi segnali, fidatevi dalle persone che vi amano e vi danno dei consigli perché hanno visto più lungo….
Guardate nella profondità dei vostri occhi…che cosa vedete? Tristezza, amarezza…paura? Ricordate che lo sguardo non mente mai…La vostra vita è nelle vostre mani.

Che cosa hai in mente per il futuro? Quali altre manifestazioni artistiche dovremo aspettarci da te?
Il mio progetto futuro non è solo quello di dipingere ma di praticare anche altre forme d’arte come la scrittura o l’arte sartoriale che già mi accompagna nel mio percorso da un po’ di tempo. Mi piacerebbe aiutare altre donne che si sentono intrappolate nella frenetica vita quotidiana e non riescono a vedere una via d’uscita suggerendo loro e invitandole a dare spazio ad una forma d’arte nella propria vita. Sono certa che sia una soluzione che possa dare vita a una grande soddisfazione.
Cercherò di essere presente ogni volta che potrò, in quei contesti dove la mia arte possa comunicare un messaggio positivo.

Ti ringraziamo per il tempo che ci hai concesso, e per aver condiviso con noi le tue emozioni più profonde, attraverso l’arte tu hai riscoperto te stessa, e attraverso la tua arte noi riscopriamo le nostre più intime fragilità, delle quali tu ci insegni a fare tesoro, trasformandole nei nostri punti di forza…grazie per il tuo prezioso contributo, i tuoi sguardi di donna ci insegnano ad andare oltre il visibile e a leggere attraverso gli occhi degli altri quello che spesso non riusciamo a leggere nei nostri.

Semplicemente Donna!: Kouros presenta Alessandro Stizzet, in arte “Tillet”, l'artista che dà voce alle donne e ai loro sentimenti più reconditi!




Nell’ambito della collettiva “Semplicemente Donna!” ospitata a Firenze presso Simultanea Spazi d’arte dal 25 Novembre al 7 Dicembre, l’Associazione Kouros è lieta di presentare l’artista Alessandro Stizzet, che espone due opere particolarmente significative sul tema femminile.

Alessandro raccontaci di te… Come e quando nasce Tillet?
Nasco artisticamente intorno al 2008, ma ho sempre avuto la passione per l'arte, anche  perché  ho cominciato a lavorare dalla tenera età di  sedici anni come  tipografo presso una prestigiosa casa editrice d'arte fiorentina.  Avendo, quindi, a che fare spesso con monografie di artisti, soprattutto Macchiaioli, è nata in me  la voglia di provare a dipingere avendo come riferimento i figurativi in genere.

Alla nostra collettiva esponi due opere apparentemente differenti ma che si concentrano entrambe sull’interiorità femminile, “Quello che le donne non dicono” e “The prayer”! Spiegaci come sono nate e cosa intendi dire attraverso di esse!
The Prayer è un'immagine sensuale di una donna devota e allo stesso tempo carnale  come indicano le sue labbra  di un rosso violento e le sue spalle coperte solo da  una  trina leggera, immagine che credo sia un po' in tutte le donne.
Quello che le donne non dicono è invece un'idea che scaturisce da quello che vediamo ogni giorno sui media, dalla tragedia dei migranti alle spose bambine indiane. Credo che in  pochi si soffermano a pensare a quanto queste dignitosissime donne soffrono per affrontare anche semplicemente il quotidiano.

Al momento di esprimerti artisticamente, cosa accade in te?Lasci agire l’istinto o parti da un concetto ben definito nella tua mente?
Sono molto metodico nel mio lavoro, in genere parto da una ricerca sul web cercando foto che in qualche modo rappresentino quello che voglio esprimere; successivamente procedo al disegno preparatorio e alla pittura vera e propria.
  
Dal futuro che cosa ti aspetti? A quali altre estrinsecazioni assisteremo da parte tua?
Una volta raggiunto il traguardo della pensione, voglio trasferirmi con mia moglie e i nostri amici a quattro zampe  a Lido di Camaiore, dove dedicherò il mio tempo alla pittura - cercando sempre più di avvicinarmi al pittorealismo – e alla realizzazione di un progetto di accoglienza di animali in difficoltà.

La collettiva “Semplicemente Donna”, da noi organizzata, è stata inaugurata proprio il 25 novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne…da uomo, cosa ti senti di dire alle donne troppo spesso vittime di abusi? Qual è il tuo pensiero a riguardo?
Purtroppo sentiamo spesso di abusi subiti dalle donne e la lotta contro tali violenze non è mai abbastanza perciò ritengo che l'iniziativa della galleria con la collettiva sia lodevole. Tuttavia il mio sogno sarebbe quello di non aver più bisogno di giornate contro la violenza alle donne; il mio sogno sarebbe quello di non dover più vedere  quel genere di uomo che maltratta le donne, in altre parole di non dover più vedere quanto l'uomo può essere bastardo.

Ti ringraziamo per le tue risposte, la tua arte, così come le tue parole, ci aiutano a riflettere ulteriormente su una problematica ancora senza soluzione e che, attraverso sensibilità artistiche e umane come la tua, ci consente di fare un passo in più verso il rispetto della donna e il riconoscimento definitivo della sua dignità e dei suoi inviolabili diritti!Il cammino è ancora lungo, ma la strada è stata aperta!