Kouros Servizi formativi e culturali

Servizi culturali, promozione artistica e letteraria...

lunedì 29 febbraio 2016

Orietur in tenebris lux tua!: Kouros presenta Simona Cesari, l'arte come ricchezza dell'anima

Simona Cesari, I quattro elementi della natura

Nell’ambito della collettiva “Orietur in tenebris lux tua - Arte contemporanea tra luce e tenebre”, ospitata a Lucca presso la sala comunale Corte dell’Angelo dal 28 Febbraio al 8 Marzo, l’Associazione Kouros è lieta di presentare l’artista Simona Cesari, che espone un’opera molto particolare dal titolo “I quattro elementi della natura”.

Simona, permettici di conoscerti meglio.. Quando si è acceso in te il fuoco sacro dell’arte?

Sono nata con questo dono, già alla scuola materna le insegnanti facevano girare per tutta la scuola i miei disegni ed avevo solo 4 anni. Ma credo sia un dono genetico da parte di mia madre anch'essa brava disegnatrice e delle mie zie, le sorelle di mia madre. Una mia zia materna a Roma ha realizzato su tela un dipinto e precisamente “l'Ultima cena” di Leonardo da Vinci che è stata esposta in una chiesa ad Ostia sul litorale laziale del mare di Roma.

Quando ti metti di fronte alla tela sai già cosa vuoi rappresentare o ti lasci guidare dall’istinto?

Mi lascio guidare dall' istinto, a volte mi viene in mente il quadro in un momento della giornata all'improvviso e alcune volte di notte. Ma dipingo con la musica che mi guida nella realizzazione del quadro. Sono una persona molto creativa e con un'immaginazione incredibile. I miei quadri sono vivi e trasmettono continuamente emozioni a chi li osserva.

Alla nostra collettiva esponi “I quattro elementi della natura”, un’opera tra il mistico e l’esoterico, caratterizzata dal contrasto tra luci ed ombre. Raccontaci com’è nata e qual’è il messaggio che vorresti trasmettere attraverso di essa?

Ho studiato esoterismo da cui sono molto attratta, dipingendo questo quadro ho dato vita ad un messaggio che invio agli esseri umani e a madre terra in cui trasmetto un'esigenza di ritorno alle nostre origini per non dimenticare che siamo tutt'uno con il pianeta. Gli elementi della natura sono dentro di noi sempre  e caratterizzano sia la nostra crescita interiore e del nostro organismo. Se il loro equilibrio in noi è compromesso ci ammaliamo e anche la nostra anima ne risente. In più con questo quadro chiedo aiuto a madre terra per la situazione sociale ed economica che attraversiamo oggi, con la forza della natura spero che lei ci ispiri e ci indichi il nostro giusto cammino.

Quali progetti hai per il tuo futuro artistico?

Vorrei dipingere su tela ed esprimere sentimenti ed emozioni con i miei quadri vivi e fare tante mostre, in più dipingo anche su tessuto e vorrei lavorare nel campo della moda per realizzare capi di abbigliamento con opere d'arte dipinte a mano come fantasie.

La collettiva “Orietur in tenebris lux tua”, da noi organizzata, ha come obiettivo non soltanto quello di indagare sul rapporto luce-tenebre, da sempre tematica fondamentale della storia dell’arte, ma allo stesso tempo vuol far riflettere lo spettatore sulle “tenebre” che avvolgono la vita di ognuno, svolgendo una funzione quasi “salvifica”, capace di aiutarlo a ritrovare la propria luce interiore.
Qual è il tuo pensiero a riguardo? Credi che l’arte possa svolgere un ruolo che vada al di là del semplice piacere visivo?

L'Arte è l'espressione umana attraverso forme e colori, lì dove il linguaggio non serve, ed è per questo che trasmettendo sentimenti ed emozioni, ma anche momenti della vita dell'artista, è un trasmettere puro universale  e profondo.
La mia riflessione sulla vostra Mostra è che condivido e apprezzo un tema cosi immenso e fondamentale nella vita di ognuno di noi. Tenebre intese non solo come smarrimento ma come ricerca e introspezione per conoscere sé stessi e il proprio mondo. La Luce è l'espressione del manifestare all'esterno la propria personalità e condividerla con amore con i propri simili. In fondo fanno parte entrambe del  “Tutto ciò che esiste”...non potrebbe esistere l'una senza l'altra.


Grazie per le tue parole e per aver condiviso con noi un piccolo frammento della tua arte che scopriamo così viva e intensa e piena di colori…il tuo universo pittorico così denso di significati e di emozioni ci affascina e ci attira sempre più verso le tue prossime estrinsecazioni artistiche che, ne siamo certi, continueranno a stupirci e a regalarci ancora speciali attimi di eternità!
Pubblicato da B.C. alle 11:17 Nessun commento:
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sabato 27 febbraio 2016

Orietur in tenebris lux tua!: Kouros presenta Elena Tanzarella e il rapporto luce e ombre tra sentimento e riflessione spirituale..

Elena Tanzarella - Al di  là del sogno

Nell’ambito della collettiva “Orietur in tenebris lux tua - Arte contemporanea tra luce e tenebre”, ospitata a Lucca presso la sala comunale Corte dell’Angelo dal 28 Febbraio all' 8 Marzo, l’Associazione Kouros è lieta di presentare l’artista Elena Tanzarella, che esporrà due opere dal titolo “Al di là del sogno” e “Tramonto piemontese”..

Elena, permettici di conoscerti meglio.. quando è maturata questa passione per l’arte? 

Ho sempre avuto una passione per il disegno, sin da quand’ero piccolina. Ricordo che alle medie tanti dei miei disegni sono finiti in casa della professoressa di artistica. Poi in terza media dovetti fare una scelta: liceo scientifico o liceo artistico? La scelta ricadde sulla comodità. All’epoca facevo nuoto agonistico e avevo bisogno di una scuola comoda a casa, quindi: liceo scientifico. Durante le superiori, due lavori fatti durante un piccolo corso di pittura, vengono appesi nelle mura dei corridoi della scuola, scelti direttamente dal preside. La mia carriera artistica però si blocca qui per 8 anni. Dopo le superiori si va all’ università, sempre altro ramo, stavolta psicologia. Ed ecco che mi trovo tra la consegna della tesi in segreteria e la sua discussione. Un mese: un mese di tempo dove c’era da gestire una gran quantità d’ansia con solo 15 minuti al giorno impiegati a ripetere la presentazione. Tiro fuori i vecchi colori, pennelli, fogli da disegno e inizio scarabocchiare. Guardando i tutorial ho imparato a mischiare i colori, disegnare gli alberi, fare paesaggi. Poi piano piano a furia di sfornare quadri ho preso la mano. Ho preso la mia mano. E così, nel 2008 inizio ad interessarmi all’ olio, alle tele e ai cavalletti. L’inizio del lavoro mi allontanò leggermente dai pennelli, ma iniziai a fare quadri su commissione per colleghi. Misi in campo svariate tecniche di pittura e di stili; sono passata dal paesaggio all’ astratto geometrico poi ai ritratti. Cosa c’era di meglio che dipingere per passare il tempo a casa? Stop di qualche anno per motivi lavorativi ma ecco che nel 2015 ho di nuovo tempo, interesse. Non ho mai fatto studi di pittura. La mia scuola sono i pennelli, i colori e le tele. Il mio è un lavoro d’istinto. Quando mi sento, quel che mi sento, devo fare.

Cosa rappresenta per te la pittura? Nella fase di creazione delle tue opere, parti sempre da un preciso progetto, già studiato e pensato da tempo o ti lasci guidare dall’istinto, senza un preciso perché?
Per me dipingere è svago, è rilassamento. Come passa il tempo quando si è li davanti alla tela. Con la pittura riesco ad esprimermi ed è il modo migliore con il quale riesco a mettermi in gioco. Nella vita mi faccio guidare dall'istinto, e così, anche nella pittura. Alcuni miei lavori sono presi a tavolino e riprodotti; come ad esempio “Tramonto Piemontese”, eseguito da una foto fatta da mio padre. Oppure…come nel caso di “Al di la del sogno” non vi è ragione ma solo sentimento. E in questo caso, sono i pennelli a guidare la mia mano. Quello che io faccio per la maggior parte dei miei lavori, è interpretare, cercare di cogliere l'essenza di quel soggetto che mi piace tanto, che mi fa venire la voglia di dipingere. Ma la pittura essendo sentimento. Non ha regole, e così, quel che mi dice il cuore, su quella tela, faccio, che sia la riproduzione di un’immagine o vedere di scoprire cosa si nasconde dietro al bianco di quella tela.

Alla nostra collettiva esponi due opere molto diverse tra loro che ci consentono, dunque, di cogliere due lati differenti della tua creatività, ma che al tempo stesso convergono verso una stessa direzione volta a condurre lo spettatore ad una riflessione quasi “spirituale”. Raccontaci come sono nate e quali messaggi si nascondono dietro di esse? 

Come anticipato nella risposta precedente, questi due quadri non sono semplicemente diversi come stile ma hanno proprio una radice diversa. 
Per Tramonto piemontese mi sono ispirata da una foto fatta da mio padre, da casa sua, al tramonto appunto. Una casa che fino a poco tempo prima era anche casa mia. Quando vidi la foto, potetti constatare sulla mia pelle ciò che era sempre stato solamente un detto per me: l’importanza di quello che hai, non la conosci fino a che non lo hai perso. Ecco, qui mi sono ritrovata a vedere per la prima volta un meraviglioso paesaggio, che in realtà avevo avuto di fronte tutti i giorni per quasi vent’anni della mia vita. Questo quadro è il mio collegamento con quella parte di me che ha fatto il suo corso, lasciando lo spazio alla donna che sono adesso, ma che è e sarà sempre parte di me. 
Al di là del sogno purtroppo deriva da una brutta esperienza. Sei anni fa persi un mio caro amico in un incidente d’auto. Questa perdita mi segnò parecchio e avevo bisogno di trovare conforto. Mentre dipingevo pensavo a lui, al percorso della vita. Anche se fisicamente non era più accanto a me io lo potevo sentire. Ed ecco qui che tramite quelle linee, quei colori e quelle forme ho cercato di rappresentare questo mio pensiero. Al di là del sogno è un quadro materico e per realizzarlo ho utilizzato materiali di riciclo.. lo spago da cucina la carta dell’uovo di Pasqua; non potevano che essere oggetti di vita quotidiana. Nel quadro gli ambienti si mischiano, i colori della vita spirituale ci accompagnano nel nostro percorso di vita, così come chi fisicamente non è più tra noi.. voli nella geometria della vita terrena.

Elena Tanzarella - Tramonto piemontese

Quali traguardi continui a porti per il futuro? 

Io mi auguro con tutto il cuore che questa mia passione possa diventare un giorno anche il mio sostentamento. Cosa volere di più dalla vita se non guadagnarsi da vivere con ciò che si ama fare. L’arte è la rappresentazione di noi stessi e quindi con il tempo non migliora solamente la tecnica, ma cambiando noi, cambiamo anche il nostro modo di percepire la realtà, e quindi di trasmetterla. Con le nostre creazioni lasciamo qualcosa di noi al mondo, la nostra impronta, la nostra crescita.

La collettiva “Orietur in tenebris lux tua”, da noi organizzata, ha come obiettivo non soltanto quello di indagare sul rapporto luce-tenebre, da sempre tematica fondamentale della storia dell’arte, ma allo stesso tempo vuol far riflettere lo spettatore sulle “tenebre” che avvolgono la vita di ognuno, svolgendo una funzione quasi “salvifica”, capace di aiutarlo a ritrovare la propria luce interiore.
Qual è il tuo pensiero a riguardo? Credi che l’arte possa svolgere un ruolo che vada al di là del semplice piacere visivo? 

Cos’è la luce senza l’ombra? La faccia della stessa medaglia, inscindibili. L’una non può esistere senza l’altra. Se io ponessi questa domanda: cos’è la malattia? La risposta più comune sarebbe: l’assenza di benessere, di Salute. Ecco. Ma se poi chiedessi. Cosa vuol dire essere in salute?.. beh allora non mi sapreste più rispondere. Questo perché siamo talmente abituati a vedere ciò che non va che quando tutto va bene non ce ne accorgiamo neanche. Ma il bene che abbiamo non lo potremmo apprezzare senza il male. Così come la luce non la possiamo apprezzare senza il buio. Tutte le parti oscure di noi non fanno altro che enfatizzare le nostre parti migliori. Noi siamo esseri di luce e ombra. 
Tramite la sua arte, l’artista fa un prolungamento di se stesso. Quindi posso dire sì, l'arte è qualcosa di più del semplice impatto visivo; l’arte è parte di un essere vivente in tutte le sue sfaccettature. Un quadro non è lì per essere apprezzato esclusivamente nella tecnica, ma è lì soprattutto per le emozioni che suscita, per il messaggio che vuole trasmettere. Nell’ arte non vi è un messaggio universale, ma è tutto interpretato dal soggetto che guarda. Gli occhi dello spettatore, tramite i loro vissuti, vedono quello che vogliono vedere.

Grazie Elena per le tue parole e per i messaggi che trasmetti attraverso le tue opere...la tua arte ci conduce in un universo colorato di emozioni tutte da vivere, frammenti delle nostre quotidiane inquietudini impresse su tela che osservandole ci inducono a riflettere sulle nostre umane fragilità, imparando dalle nostre debolezze a trovare la forza necessaria per affrontare questa grande avventura chiamata vita.
Pubblicato da B.C. alle 15:15 Nessun commento:
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venerdì 26 febbraio 2016

“Orietur in tenebris lux tua”: Kouros presenta l’artista Paolo Signore e il rapporto luce tenebre in chiave "materica"


Paolo Signore - Gallipoli

Nell’ambito della collettiva “Orietur in tenebris lux tua - Arte contemporanea tra luce e tenebre”, ospitata a Lucca presso la sala comunale Corte dell’Angelo dal 28 Febbraio all’ 8 Marzo, l’Associazione Kouros è lieta di presentare l’artista Paolo Signore, che esporrà due opere dal titolo “Mareggiata” e “Gallipoli”.

Paolo, parlaci di te….. Come ha avuto inizio la tua passione artistica?

Si tratta di una riscoperta in età matura. Da giovane amavo disegnare e guardare arte di tutti i tipi. Poi mi sono dedicato all’ideazione e realizzazione di fumetti e immagini tipo quello che poi sarebbe diventato lo stile delle graphic novel. Dopodiché per lungo tempo la mia vita è stata travolta da altre passioni, come l’impegno per la tutela dei diritti dei cittadini e, successivamente, la ricerca sociologica che ancora oggi rappresenta il mio lavoro e una parte importante di me. Solo in tempi recenti, quasi per sbaglio, giocando con dei colori a olio che avevamo in casa, ho rinnovato questa grande fonte di energia e identità. Come ha detto l’artista Maria Lai: “Giocavo con grande serietà; poi a un certo punto i miei giochi li hanno chiamati arte”.

Che cos'è per te la pittura? Come nascono i tuoi quadri? Attraverso la capacità di dare origine a un'immagine già dentro la tua mente o grazie ad una spontanea espressione del tuo estro?

Innanzitutto per me la pittura è una necessità, un bisogno: non posso più fare a meno di mettermi a dipingere o a disegnare. In secondo luogo l'arte rappresenta un modo per esprimere sé stessi - o almeno parte di sé - soddisfa una necessità di espressione per così dire "concreta". L'arte è materialità, produzione di qualcosa, che sia un quadro, un disegno o una installazione. Mi piace sperimentare entrambi gli approcci che hai citato. Spesso "vedo", immagino qualcosa - prendendo spunto dalla realtà, ma soprattutto da emozioni che provo - e tento di dargli forma in disegno e colore, come ad esempio, nel mio quadro "Terraspiaggiamarecielo" o nei disegni in bianco e nero come "Violenza". Ma alle volte trovo piacevole anche mettermi di fronte al cavalletto e "sporcare" la tela in modo istintivo e asistemico, guardando di nascosto l'effetto che fa', come è il caso di "Stream of consciousness". In questo caso il segreto è riuscire a estraniarsi il più possibile, per così dire perdere il controllo sulla realtà e su sé stessi, facendo emergere dallo spazio vuoto qualcosa che si ha dentro ma non si sa bene cosa... E' una sorta di esercizio spirituale di pratica della libertà...

Che messaggio vorresti arrivasse agli spettatori osservando le tue opere?

Devo ammettere che non sono convinto che l’arte debba necessariamente mandare un messaggio. Un messaggio richiede razionalità e consapevolezza. L’arte, in quanto metalinguaggio, può fare di più, che non solo inviare messaggi coscienti. L’arte può incidere sulla gestalt, sui contesti mitici e quindi sul significato che diamo alle cose. Per questo io spero che la mia arte dia emozioni e sensazioni e aiuti chi la guarda ad avere un atteggiamento diverso nei confronti delle cose, un atteggiamento creativo e innovativo, un modo di porsi libero dagli schemi. Trovo ce ne sia un gran bisogno. Quali emozioni mi aspetto di suscitare? Da una parte sicuramente l’angoscia e la disperazione di quella che sta diventando ormai una consapevolezza condivisa dalla specie umana: la fine di un’epoca. Alcuni addirittura parlano di fine della postmodernità e di apertura di una nuova fase storica. In buona sostanza è finita la stagione delle sicurezze, sono tramontate le ideologie e gli approcci lineari. E invece è iniziata una stagione in cui ogni cosa va individuata, compresa, negoziata… e nulla è più scontato o di semplice gestione. Una fase comunque sconosciuta, molto distante da quella di prima. E per ora in pochi ci hanno capito qualcosa. I miei quadri - spesso i figurativi – spero siano in grado di trasmettere la forte angoscia, disperazione, sgomento derivanti da questo grande mutamento in corso… C’è la percezione dello smarrimento e dell’incertezza che avvolge le nostre vite, soprattutto quelle di chi ha vissuto una prima parte della vita in un sistema ancora relativamente equilibrato e stabile, e si ritrova da adulto in questo mare in tempesta. Credo che il quadro “Bataclan” sia un tentativo di trasmettere queste emozioni da tenebre di fine millennio.
Dall’altra parte però, spero che i miei quadri possano comunicare anche l’energia, il movimento, la speranza che uno spiraglio di luce (a proposito di lux) si faccia strada per aiutarci a muoverci in quest’ombra, in quest’epoca di riferimenti rarefatti e sfuggenti. Soprattutto nei miei astratti spero che emerga la forza, la passione, la fiducia che ce la possiamo fare a trovare nuovi equilibri.
L’arte – insieme ad altre aree di attività umana come anche la scienza o la musica e tante altre - può svolgere un ruolo in questo frangente, una funzione nel percepire e vedere ciò che ancora è incomprensibile, di erigere ponti dove è solo frattura, di creare condivisione dove c’è conflitto, di contribuire a costruire un ambiente favorevole al cambiamento e all’evoluzione, lì dove invece c’è stagnazione. L’arte con la sua carica di energia, di libertà, di universalità, di inclusività, può permettersi di infrangere strutture consolidate, modi di vedere statici e impermeabili, con sferzate di ironia e coraggio.

Alla nostra collettiva esponi due opere di grande impatto visivo, nelle quali protagonista indiscusso è il colore, che sembra quasi voler uscire dall’opera per inondare di luce e positività gli spettatori. Spiegaci come sono nate e quali emozioni trasmettono…

Il quadro “Mareggiata” fa parte di quell’approccio in cui mi metto di fronte al supporto senza particolari idee e inizio a dare del colore a caso. In alcune occasioni seguo almeno una traccia di base, ad esempio oriento i colori dal chiaro allo scuro, oppure mi concentro sui colori complementari, come in “Spazio profondo”, o ancora ho in mente un’emozione o un fatto e lascio che tale emozione mi guidi, come in “Shoah” o “Compleanno”. Nel caso di “Mareggiata” niente di tutto ciò… L’unica idea-guida è stata di utilizzare questa pennellata puntinata e carica di colore (diversa quindi da quella del ‘puntinismo’ prima maniera), che dà una resa movimentata e quasi viva all’opera. Ma per il resto è venuto tutto seguendo un flusso di coscienza casuale (lo stream of consciousness di Joyce). Lo stesso orientamento verticale della pennellata nel lato destro del quadro - che poi sembra essere la spiaggia della mareggiata – è venuta così per caso. Questo tipo di opere le realizzo di getto e in poco tempo. Poi, finito il lavoro vedo a cosa somiglia il quadro e lo titolo (come per “Creatività – donna seduta in riva al mare”).
“Gallipoli” invece è stato ispirato dall’immagine fotografica di una località marina. Il riferimento alla cittadina pugliese è dovuto al mio amore per il Salento. Ho usato solo tre colori. Il contrasto tra il chiaro e lo scuro e la solita pennellata nervosa, rapida e materica, lo movimentano e lo rendono particolare. Mi sono divertito un po’ a dare materialità a quella nuvola in cielo, con parecchia vernice, per conferirle spessore in rilievo, quasi fosse minacciosa e ci venisse incontro.


Paolo Signore - Mareggiata

La collettiva “Orietur in tenebris lux tua”, da noi organizzata, ha come obiettivo non soltanto quello di indagare sul rapporto luce-tenebre, da sempre tematica fondamentale della storia dell’arte, ma allo stesso tempo vuol far riflettere lo spettatore sulle “tenebre” che avvolgono la vita di ognuno, svolgendo una funzione quasi “salvifica”, capace di aiutarlo a ritrovare la propria luce interiore.
Qual è il tuo pensiero a riguardo? Credi che l’arte possa svolgere un ruolo che vada al di là del semplice piacere visivo?

Sicuramente ho trovato affascinante il titolo della mostra e rinnovo i complimenti alla curatrice Francesca Callipari perché mi è venuta immediatamente in mente la dicotomia di cui parlavo prima, tra l’oscurità e il tramonto di un mondo che finisce, e il chiarore di una nuova alba.
Ma il rapporto tra luce e oscurità può essere modulato in tanti modi. Senza l’oscurità non esisterebbe la luce. Senza la resistenza dell’aria non esisterebbe il volo o la danza o la musica. Senza il fallimento il successo. Sono facce della stessa medaglia come Yin e Yang.
Per quanto mi riguarda nel dipingere cerco di modulare costantemente il chiaro e lo scuro. Trovo che la bellezza sia molto nella varietà. Ad esempio nel rincorrersi di queste due dimensioni. Appena una superficie è solo chiara o solo scura si produce un effetto di stasi, di immobilità, che a mio avviso contrasta con la bellezza e con sensazioni positive. E’ una impressione, magari sbagliata, ma nella mia arte è presente questa mia idea guida.
Per quanto riguarda il ruolo dell’arte, potrei citare Joni Mitchell che diceva: “Quando il mondo diventa un pasticcio enorme, con nessuno al timone, è il momento per gli artisti di lasciare il segno”. L’impressione è che ci siamo incartati e che gli approcci tradizionali della politica o dell’economia segnino molto il passo.
Viviamo in un mondo globalizzato che invece di appiattire e schiacciare tutto come molti temevano (Orwell tanto per dirne uno), ha potenziato e amplificato le soggettività con le drammatiche conseguenze in termini di processi migratori, rivolte popolari e fenomeni terroristici. Fino a pochi lustri fa facevamo cooperazione allo sviluppo in India, Brasile e Cina e all’improvviso esplode il fenomeno della crescita economica dei paesi cosiddetti BRICS. L’incredibile volume di comunicazione e di informazione che investe tutti, invece di promuovere la comprensione e l’avvicinamento, probabilmente ha contribuito al livello diffuso di micro-meso conflittualità diffusa. Sono solo alcuni esempi dei paradossi imprevisti che viviamo quotidianamente. 
A fronte di tutto ciò mancano idee nuove, proposte originali, modi progressivi di intendere e gestire i problemi. I gruppi dirigenti sembrano a volte troppo impegnati a far fronte alla contingenza e poco a sforzarsi di capire realmente la situazione.
L’arte può forse aiutare a sparigliare questa situazione di stasi. Forse non si tratta di cambiare le regole del gioco. Magari bisogna cambiare gioco? Per brevità cito Hadot nel libro “Plotino o la semplicità dello sguardo”: “L’arte non deve quindi riprodurre la realtà: non sarebbe in tal caso che la brutta copia dell’oggetto che cade sotto i nostri sensi. La vera funzione dell’arte è ‘euristica’: grazie a essa scopriamo, ‘inventiamo’, attraverso l’opera che cerca di imitarlo, il modello eterno, l’Idea, di cui la realtà sensibile non era che un’immagine”. Ecco… Aldilà della pretesa di arrivare all’idea assoluta, mi accontenterei di riattivare, anche tramite il linguaggio artistico, il processo creativo e ideativo, rimettere in moto anime e cervelli.

Che cosa hai in mente per il futuro? Quali altre manifestazioni artistiche dovremo aspettarci da te?

Sono appena tornato da Arte Genova, dove dei miei quadri sono stati esposti da Artisti italiani nello spazio Contemporary Art Talent Show ed è stata una bella soddisfazione perché è un appuntamento di prestigio. Ora con altre due opere sarò presente nella vostra collettiva “Orietur in tenebris lux tua”. A marzo uscirà in libreria il mio primo catalogo “Paolo Signore, opere”, edito da Artemide, con l’introduzione del prof. Claudio Zambianchi. Vorrei riuscire a presentarlo in una personale a Roma a cavallo tra primavera ed estate. Intanto ho messo a punto il mio nuovo sito web, che vi invito a visitare (www.paolosignore.com),  dove è possibile vedere gran parte della mia produzione artistica, un canale di ascolto e di confronto anche con il mondo, anche con gli insospettabili; uno spazio aperto alla critica, ai pareri e ai suggerimenti di tutti i curiosi. Il tutto, senza rinunciare mai alla cosa più importante: passare più tempo possibile con il pennello e la matita in mano… 


Ti ringraziamo per il tempo che ci hai concesso e per aver condiviso con noi le tue riflessioni sull’ arte e sul mondo attuale. La tua arte, così variopinta e versatile, ci consente di intraprendere un viaggio bellissimo fatto di luci e colori che invadono anima e cuore, conducendoci in una dimensione senza spazio e senza tempo alla riscoperta di noi stessi.
Pubblicato da B.C. alle 15:28 Nessun commento:
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martedì 23 febbraio 2016

Orietur in tenebris: Kouros presenta Chiara Lovera e il rapporto luce-tenebre in chiave onirica


Chiara Lovera - Horses in the dark
matite su cartoncino, 35x50 cm


Nell’ambito della collettiva “Orietur in tenebris lux tua-Arte contemporanea tra luce e tenebre” ospitata a Lucca presso la sala comunale Corte dell’Angelo dal 28 Febbraio al 8 Marzo, l’Associazione Kouros è lieta di presentare l’artista Chiara Lovera, che esporrà un’opera su cartoncino dal titolo “Horses in the dark”..

Chiara, parlaci di te… Come e quando nasce la tua passione per l’arte?

Semplicemente non ricordo di non aver mai disegnato, colorato e, in seguito, dipinto. 
Ho sempre cercato di riprodurre cosa vedevo attorno a me, i colori, le sensazioni, degli effetti particolari.
Disegnare e dipingere sono tra le cose che ho sempre preferito fare, pur coltivando altri interessi, ma la pittura e l’ arte in generale hanno sempre occupato, e occupano tuttora, un posto speciale dentro di me.
Questo mi ha portata a frequentare il Liceo Artistico e sono poi rimasta in contatto con l’ arte in maniera “teorica” scegliendo di studiare Scienze dei Beni Culturali nella mia città, Torino. Non ho comunque abbandonato l’ aspetto “pratico” dell’ arte, continuando a dipingere e disegnare, anche se solo recentemente sono potuta tornare a dedicarmi alla pittura con maggior frequenza rispetto agli anni precedenti.

Alla nostra collettiva esporrai un’opera dallo straordinario effetto visivo e dal sapore quasi onirico, derivante anche dai contrasti chiaroscurali da te realizzati con grandissima abilità. Raccontaci come è nata e cosa intendi rappresentare attraverso di essa?

Grazie. Ricordo bene cosa ho pensato mentre prendeva forma l’ idea di questi cavalli; normalmente si parte da una tela o un foglio immacolati, disegnando una traccia e aggiungendo colore fino a che il soggetto non prende forma. Io mi ero trovata tra le mani questo foglio nero e ho pensato di fare esattamente il contrario, fare emergere un soggetto dall’ oscurità.
Avrei potuto rappresentare un tema differente, ma la scelta è poi caduta sui cavalli perché sono creature che adoro, sin da quando ho capito cosa fossero (e infatti i cavalli sono uno dei miei pochissimi soggetti ricorrenti).
Posso anche aggiungere che, per quanto ami i colori, sono molto affascinata dal bianco e nero, per cui, quando soggetto e immaginazione me lo permettono, mi azzardo a realizzare opere in questa direzione; “Horses in the dark” è stato uno dei primi.

Come nascono le tue creazioni? Sono il risultato dell’istinto o di un progetto già configurato nella tua mente?

Mi ricollego a quello che affermavo nella precedente domanda: i cavalli sono soggetti ricorrenti, che amo particolarmente, e proprio in base a quello che amo nascono i miei lavori.
Sicuramente seguo molto più l’istinto che un qualche progetto, a volte vedo qualcosa che attrae la mia attenzione (per esempio un delizioso angolino pieno di fiori in un giardino fiorito a maggio), un particolare, un gioco di luce (recentemente ho realizzato di getto un piccolo quadro su un gioco di luci dai toni caldi sulla riva di un fiume di notte), un gesto,un’espressione. La vista, la visione di qualcosa che mi stimoli, mi ispiri, mi accenda la famosa “lampadina”, sono fondamentali.
In altri casi, a volte anche nel bel mezzo della notte, mi viene un’idea per un quadro, magari con una tematica e un messaggio più complicati, e in quel caso necessito di un piccolo progetto: per esempio ho in mente un quadro che avrà come sfondo un paesaggio nebbioso e anche un po’ lugubre, per cui ho cercato immagini di paesaggi immersi nelle nebbie e mi sto esercitando a realizzarli in base a quello che è l’effetto finale voluto.
In ogni caso mi piace provare a realizzare sempre nuovi soggetti, pur non disdegnando lavori più canonici come nature morte e paesaggi.

Hai particolari progetti per il tuo futuro artistico? A quali altre estrinsecazioni assisteremo da parte tua?

Ho iniziato da poco a collaborare con gallerie, associazioni culturali e a partecipare a qualche concorso, per cui il mio futuro artistico è ancora piuttosto incerto; ovviamente spero che i miei lavori vengano apprezzati, ma questo non dipende solo da me.
Sicuramente continuerò a fare quello che sto facendo, perché dipingo in primo luogo per passione e per me stessa: continuerò a dipingere soggetti che sento “miei” e che a modo mio posso condividere con chi li apprezzerà.

La collettiva “Orietur in tenebris lux tua”, da noi organizzata, ha come obiettivo non soltanto quello di indagare sul rapporto luce-tenebre, da sempre tematica fondamentale della storia dell’arte, ma allo stesso tempo di far riflettere lo spettatore sulle “tenebre” che avvolgono la vita di ognuno, svolgendo una funzione quasi “salvifica”, capace di aiutarlo a ritrovare la propria luce interiore.
Qual è il tuo pensiero a riguardo? Credi che l’arte possa svolgere un ruolo che vada al di là del semplice piacere visivo?

Questa tematica e questa domanda mi coinvolgono molto da vicino: senza entrare troppo in dettaglio posso dire che dopo la perdita di una persona cara sono stata diversi anni senza toccare colori e pennelli, perché era una dote che apprezzava in me. Per lo stesso motivo (non l’ unico) ho poi ricominciato a dipingere, perché ne era orgoglioso, e ho iniziato a mostrare le mie opere. Posso dire di aver avuto già modo di indagare sul rapporto luce- tenebre e secondo me tenebre e luce coesistono in ciascuno di noi, cambiano solo le percentuali.
Sono più che convinta che l’ arte vada ben oltre il semplice piacere visivo, credo che possa e debba coinvolgere tutti i sensi e trasmettere emozioni che trascendono la sola vista, ma non sempre è facile riuscire a creare opere che trasmettano tutto quello che vorremmo ( personalmente quando non ci riesco è molto frustrante): per esempio, una delle prime opere che mi vengono in mente in questo momento - ma potrei citarne mille altre - è il famosissimo “ L’ urlo” di Munch: noi vediamo una figura urlare, ma al contempo non abbiamo l’ impressione di conoscere il suono di quell’ urlo o addirittura sentirlo?

Grazie Chiara per le tue parole, la tua arte così viva e così vera è un barlume di luce nel buio dell’esistenza. In fondo quei cavalli che provano ad ergersi dall’oscurità non siamo altro che noi che dalle profondità più nere del nostro vivere riusciamo a sollevarci facendo della speranza il nostro faro…è un insegnamento e un monito per tutti coloro che questo bagliore non riescono ancora a vederlo…
Pubblicato da B.C. alle 17:12 Nessun commento:
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mercoledì 17 febbraio 2016

Kouros presenta Andreea Ioana Dorneanu e la sua opera "Mamma, da grande voglio fare la modella"

Abbiamo conosciuto Andreea Ioana Dornenau lo scorso Novembre, in occasione della mostra "Semplicemente Donna", tenutasi a Firenze nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, collettiva nella quale l'artista ha esposto un progetto di ben dieci opere, riscuotendo grande successo da parte del pubblico.





Oggi ritorniamo a parlare di lei per presentare un'altra interessante opera creata dall'artista di recente, in occasione del concorso "Taboo" indetto dalla Galleria Poggiali e Forconi di Firenze, intitolata "Mamma da grande voglio fare la modella".

L'opera, riproducente una modella a grandezza naturale che sfila su una passerella, richiama l'attenzione sulla drammatica problematica dell'anoressia, evidenziata dalla terribile magrezza del corpo e dal viso ossuto della protagonista.




Obiettivo della Dorneanu è qui quello di sottolineare come l'arte possa diffondere più di ogni altro strumento messaggi forti, volti a denunciare importanti problematiche sociali, quali in questo caso quello dell'anoressia nel mondo della moda.

Adoperando tecniche e materiali diversi ella è riuscita a realizzare un'opera dallo straordinario impatto visivo, gridando forte la sua denuncia contro quello che lei stessa definisce «un tabù, un’evidenza che ci passa davanti ma che cerchiamo di tener lontana».

La modella, avanza verso lo spettatore con indosso un tulle trasparente, sotto il quale emerge in tutto il suo orrore il corpo ossuto. A colpire, però, sono, come in molte altre opere della Dorneanu, gli occhi enormi di un blu acceso che trasmettono un senso di disagio e profonda tristezza, maggiormente acuiti dal sorriso appena abbozzato.

Molti i significati simbolici contenuti in questa opera, a partire dai colori quali ad esempio il nero (simbolo del buio in cui la modella si trova), il giallo (simbolo del mondo dorato della moda), e il rosso (simbolo del sangue versato), seguiti dai materiali, quali il tulle bianco (simbolo di giovinezza e purezza), i chiodi che fissano i veli (che simboleggiano l'imprigionamento del corpo) e infine i solchi presenti sul supporto (emblema della vita che viene manipolata).





Un'opera nella quale la Dorneanu ha scrupolosamente studiato ogni cosa al fine di poter meglio diffondere il suo messaggio di denuncia, evidenziando come tale problematica possa interessare tutti. 

Il titolo stesso "Mamma, da grande voglio fare la modella" pone l'accento sul fatto che la modella possa essere la figlia di ognuno e pertanto lancia in tal senso un monito ai genitori affinchè trasmettano ai propri figli valori indissolubili quali in primis l'amore per sè stessi da tenere sempre ben in mente.

L'opera si accompagna ad una toccante poesia che riportiamo integralmente: 

Un omaggio a te…

a te, giovane creatura,
che stavi per vivere il sogno della tua vita, 
ma che ti è stato strappato troppo in fretta….
Hai scordato che stavi vivendo,
hai dimenticato che eri viva,
hai dimenticato l’amore…per te e per la tua giovinezza.
E’ valso la pena sacrificarsi per i tuoi ammiratori
che non riuscivano ad amarti più perché ti sei nascosta dietro a un velo di odio per te stessa?
Ma loro non volevano te, ma quello che indossavi
E ti volevano trasparire dietro il loro idolo VESTITO.
Sei entrata in un’aria inquinata e mortale fatta di sogni e di vizi…
Non riuscivi ad vedere la luce dentro quel buio,
ma ad un certo punto non hai sentito più fame, 
il tuo corpo si è arreso…sei arrivata al capolinea.
- Sono libera adesso! Non voglio più soffrire!
Hai dimenticato per strada i tuoi sogni e desideri perché non ti amavi più….
Nemmeno tu….
Ma ora non c’è più la via dell’uscita, 
non puoi più raccontare la tua sofferenza,
tu che rimarrai per sempre 
una giovane creatura. 

(Andreea ioana Dorneanu)


Per info: 
http://andrycreative.jimdo.com/
(sito ufficiale Andreea Dorneanu)







Pubblicato da B.C. alle 20:13 1 commento:
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Etichette: andreea ioana dorneanu, anoressia, arte, artisti emergenti, Associazione Kouros, denuncia, mamma, moda, mostre d'arte contemporanea, poesia, problemi sociali
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