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Carlotta Mantovani - Luna... luce del divenire |
Nell’ambito della collettiva “Orietur in
tenebris lux tua-Arte contemporanea tra luce e tenebre” ospitata a Lucca presso
la sala comunale Corte dell’Angelo dal 28 Febbraio all’8 Marzo, l’Associazione
Kouros è lieta di presentare l’artista Carlotta Mantovani, che espone un’opera olio su tela dal titolo “Luna...luce del divenire".
Carlotta, raccontaci di te.. Quando e da
cosa è scaturita questa passione per l’arte?
La mia espressione artistica
ha origini lontane, risale forse all’infanzia, quando mi sentivo profondamente
attratta dai colori. Dopo l’istituto Magistrale ho frequentato l’Accademia di
Belle Arti di Bologna tra il 1979 e l’83, anno in cui mi sono diplomata.
Non fu una esperienza
appagante, sinceramente! Non avevo chiare in mente, allora, le motivazioni
della mia ricerca e non trovavo interlocutori che potessero condividere la
stessa inquietudine.
Una volta terminata l’Accademia
ho accantonato la ricerca, per dedicarmi alla illustrazione. Ho insegnato per
qualche anno Educazione Artistica, ho lavorato in uno studio Grafico poi mi
sono “persa a crescere i miei 3 figli”.
Parallelamente ho scritto
poesie e brevi racconti e, proprio la scrittura ha risvegliato la mia ricerca
espressiva.
La musicalità delle parole
unita all’eco dei significati mi hanno riportata sulla via della riflessione
sul senso delle cose.
Negli ultimi anni, da quando
ho ripreso a dipingere ad olio, ho riscoperto un mondo che mi appartiene da
sempre. La forza dei colori è un grande richiamo all’energia della vita.
Sappiamo che oltre alla pittura ti dedichi
con molta passione alla scrittura e in particolare alla poesia. In entrambi i
casi, poesia o pittura, segui molto l’istinto o parti sempre da un preciso
progetto, da un’idea pensata da tempo?
La frase di apertura del mio
sito è: “cercare e non trovare i confini dell’arte”, proprio perché poesia,
pittura, musica di cui mi nutro…e che purtroppo non produco (ma qui
bisognerebbe allargare il discorso a dismisura sull’energia che l’essere umano
è in grado di mettere in moto…o forse solo di intercettare come corrente
ascensionale. Energia che scuote e coinvolge, interroga e accompagna) sono
espressioni dello stesso animo inquieto.
Dunque mi piacerebbe
realizzare progetti precisi e pensati, ma poi mentre lavoro mi rendo conto che
il mio inconscio si impone e pretende di dire la sua, proprio come un sogno
segue una traiettoria priva di logica apparente.
Generalmente c’è un momento
in cui il mio lavoro si ferma, restiamo in silenzio ad osservarci, anche molto
tempo…finchè emerge ciò che sta nel profondo della mente.
Mi è capitato più di una
volta di capire il significato di un quadro dopo averlo finito.
In realtà anche le poesie
emergono da sole, come fossero indipendenti da me.
La loro trama si aggira nella
mia mente per qualche giorno, poi, quando sono pronte le scrivo. E generalmente
non le correggo.
Molti quadri e poesie non li
potrò mai dipingere o scrivere semplicemente perchè li trovo al mattino, nella
mente, e poi se ne vanno perchè non riesco ad afferrarli.
Alla nostra
collettiva esponi un’opera intitolata “Luna, luce del divenire” nella quale su
tutto primeggia questa luna potente e magica che sembra voler portare lo
spettatore ad una riflessione quasi “spirituale”. Raccontaci come è nata e
quale messaggio vorresti trasmettere attraverso di essa?
Nelle mie poesie è presente
la fettina di luna: “unica luce del mio divenire” proprio perché per molti anni
ho vagato interiormente senza una chiara visione di cosa andassi cercando. La
metafora della poca luce di una fettina di luna come guida nella notte della
ragione ha assunto un significato simbolico per me. In realtà, dopo molta
riflessione ho capito che quella immagine ha avuto una origine precisa, in una
notte in cui ho vissuto una situazione amara. Fatto di cui ho scritto un
racconto tutto d’un fiato, 38 anni dopo…
Ovviamente l’ho dipinta
varie volte, ma il quadro che espongo alla mostra raffigura una luna immensa,
piena, che dòmina la nostra esistenza, proprio come una luce soave e silenziosa
che ci accompagna, fedele come solo una madre può essere e aspetta il momento
in cui comprendiamo di essere parte di una umanità ininterrotta che vive e
chiede di non essere dimenticata.
Nei miei lavori sento
l’energia dei primi uomini che lasciavano l’impronta delle loro mani sulla
roccia.
Nel quadro “Luna, luce del
divenire” inizialmente era prevista, progettata appunto, solo la luna sul fondo
blu. Luce e universo. Poi non ho resistito e ho dipinto una foresta confusa,
come fosse bruciata da un grande incendio, violentata dalla furia degli
eventi…scheletri di alberi muti, in uno stato di oblio…
Il messaggio penso possa
essere proprio la pace che si prova quando, dopo una vita passata ad aspettare,
a cercare, a domandare…a “bruciare”, ci si accorge che sopra la storia
singola di ognuno splende più grande la storia dell’umanità intera.
Generazione dopo generazione
siamo arrivati fino ad oggi senza che mai, nemmeno per un momento, sia venuta
meno la guida della luce della luna.
L’uomo ha in sé una carica
talmente forte da poter far fronte alle sfide più angosciose e continuate il
proprio cammino. La luce della ragione, il calore del sentimento, i colori
della vita, possono guidare i nostri passi verso l’ignoto e l’arte, così come
la scrittura o la musica sono espressione di una vitalità spirituale
antichissima e smisurata. Riflesso di un divino che arde dentro l’umano.
Ma ancor più la luna del mio
quadro offre, come per propria naturale caratteristica, un perdono “potente”
appunto, che ci permette di dare pace alle ceneri della nostra storia.
Hai particolari progetti per il
tuo futuro artistico? A quali altre estrinsecazioni assisteremo da parte tua?
Non
ho progetti precisi, se non quello di riuscire a dedicare più tempo ed energia
all’arte, proprio perché questo è il mio modo di sublimare la storia del mio
mondo, delle vicende che mi hanno forgiata e delle speranze che ho per il
futuro, non solo mio, ma di chi amo o di
chi mi capita di incontrare.
Vorrei
riuscire a coordinare i miei racconti per pubblicare un libro illustrato.
Ma
non sono bravissima a coordinare i pezzi sparsi…mi affido al futuro che mi
chiama, ma non so quali mattoni si concretizzeranno. Man
mano che l’esperienza si farà più completa cercherò di rendere più visibile il
mio lavoro.
La collettiva “Orietur in tenebris lux
tua”, da noi organizzata, ha come obiettivo non soltanto quello di indagare sul
rapporto luce-tenebre, da sempre tematica fondamentale della storia dell’arte,
ma allo stesso tempo vuol far riflettere lo spettatore sulle “tenebre” che
avvolgono la vita di ognuno, svolgendo una funzione quasi “salvifica”, capace
di aiutarlo a ritrovare la propria luce interiore.
Qual è il tuo pensiero a riguardo? Credi
che l’arte possa svolgere un ruolo che vada al di là del semplice piacere
visivo?
Penso che ognuno abbia un
proprio modo per affrontare le tenebre della propria vita, anche se non ne è
consapevole. Per me l’arte è stata un grande strumento per dar voce alle mie difficoltà
e sofferenze, ma anche una celebrazione della gioia di vivere.
Concludo con la frase che da
sempre fa da contenitore a tutti i miei lavori: ognuno infatti è un “Piccolo
tassello del grande mosaico: Studio dei particolari di un’anima appesa ai bordi
del vento”.
E in fine voglio riportarvi
una frase di Van Gogh: “Quando la consolazione non c’è resta l’arte, per
sempre, e allora non si sarà mai vuoti né soli”.
Grazie Carlotta per le tue parole e per la tua
sensibilità che traspare così evidente da ciò che scrivi, così come da ciò che
dipingi; il chiarore della tua luna ci illumina nel profondo e ci abbaglia di
nuova luce, rischiarando tutte le nostre umane incertezze ed immettendoci in un
cammino nuovo, fatto di colori accesi e brillanti, quelli della speranza,
sempre racchiusa in fondo al cuore e pronta ad esplodere come unico e solo motore
delle nostre imperfette esistenze…