mercoledì 9 marzo 2016

Elisa Mazzieri, l’artista a 360 gradi che dà colore alle mille sfaccettature dell’anima…

Elisa Mazzieri - A grappoli


Abbiamo conosciuto Elisa Mazzieri nell’ambito della nostra collettiva tenutasi a Firenze lo scorso novembre “Semplicemente Donna”, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, nella quale la stessa ha esposto l’opera pittorica “Reverie”, corredata dalla poesia “E se” (immagine in basso), per esprimere il suo punto di vista sulla figura femminile nell’immagine di una donna libera e consapevole e più che mai volenterosa di allontanare da sé i pregiudizi della società.


Elisa Mazzieri - Reverie


La ritroviamo qualche mese dopo con lo stesso brio e l’energia di sempre a raccontarci nuovi universi immaginifici nell’originalità che da sempre la contraddistingue, con un contributo artistico sempre poderoso e denso di significati anche all’interno della nostra ultima collettiva, “Orietur in tenebris lux tua”, conclusasi ieri sera a Lucca presso la Sala di Corte dell’Angelo.

Nata a Milano, da genitori toscani, Elisa Mazzieri vive a Roma, non per molto ancora, a detta della stessa che spera di spostarsi in un luogo più a misura d’uomo e d’artista per sfogare al meglio il suo estro creativo.
L’arte ed in particolar modo il disegno destano la sua curiosità sin da bambina, epoca in cui già si destreggia bene nel disegno a matita. Oggi come allora questa tecnica continua ad essere la sua preferita, in quanto le consente una migliore espressione del suo ideale creativo. 

La Mazzieri è senz’altro artista a 360 gradi, non solo il disegno, ma anche la scrittura e la poesia occupano le sue giornate, per lavoro oltre che per diletto. In occasione di quest’ultima esposizione curata dalla nostra Associazione “Orietur in tenebris lux tua”, ella ha esposto due opere intitolate "Così in basso" (la prima in basso a sinistra) e "A grappoli" (la seconda in basso a sinistra), entrambe di natura astratta, dove predominante è il colore che la stessa imprime sulle tele attraverso un disegno quasi rapido e frenetico, dando origine ad un moto di forme e di colori, in una sorta di esplosione emotiva che ci consegna con accuratezza tutto il suo estro ed i suoi infiniti mondi interiori.

Elisa Mazzieri - Così in basso

L’originalità delle sue opere colpisce ancora una volta e siamo certi che ci continuerà a stupire anche nelle sue prossime estrinsecazioni artistiche, rivelatesi finora mai banali, né scontate e sempre corredate da significati sottesi che ci inducono a riflettere sulle innumerevoli questioni che la vita di tutti i giorni ci pone di fronte; le opere di Elisa sono lo specchio della sua anima, ma anche della nostra che guardandole ci ritroviamo nelle nostre umane fragilità e ci riscopriamo sempre più piccoli di fronte agli enormi macigni che l’esistenza frappone tra noi e le nostre aspirazioni, troppo spesso disattese in un mondo che va troppo veloce e noi non riusciamo a stargli dietro. 

La Mazzieri, dotata della potenza espressiva del mezzo artistico, ci dice di cercare di fermarci un attimo e di provare a respirare in mezzo alle tempeste dell’esistenza, per risalire in superficie e per non rischiare di annegare mai più…

Associazione Kouros

lunedì 7 marzo 2016

Paola Carosiello , l’artista che dà voce ai sentimenti e alle emozioni più recondite dell’animo umano.


Paola Carosiello alla mostra "Semplicemente Donna"

Abbiamo conosciuto Paola Carosiello alla nostra collettiva Semplicemente Donna, tenutasi a Firenze nel novembre 2015 e alla quale l’artista ha esposto un’opera molto significativa, dal titolo “Malinconia”, riproducente il ritratto di una donna, la madre della stessa Carosiello, il cui volto, segnato dal passare del tempo, ci ha condotto inevitabilmente ad una riflessione sulla vita e sulla sua fugacità.

Artista bolognese, la Carosiello ha cominciato la sua attività artistica intorno alla fine degli anni ’90, partendo dal disegno, tecnica a lei più affine, per poi proseguire il suo studio presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove si è laureata discutendo una tesi sul paesaggio.
E’ così dunque che si è avviato il suo percorso artistico, fondato su una profonda riflessione sull’arte e in particolar modo sulla pittura, che la conduce in seguito a specializzarsi in Comunicazione e didattica dell’arte.

In questa collettiva, incentrata sul rapporto luce – tenebre nell’arte contemporanea, Paola Carosiello espone due opere fortemente espressive, eseguite in olio su tela, dal titolo “Desolazione” e “Fatina”, nelle quali ella affronta ancora una volta i sentimenti e le emozioni più recondite dell’animo umano.


Paola Carosiello - Desolazione

Desolazione caratterizzata da tonalità cupe in contrasto, ci pone di fronte alla rappresentazione della disperazione, mostrando una donna che si trascina a fatica in un paesaggio devastato e senza alcun segno di vita. In essa l’artista mostra un’estrema capacità tecnica, riuscendo grazie ad una sovrapposizione di colori, a creare stupendi effetti chiaroscurali che rendono ancora più drammatica e devastante la scena raffigurata.


Paola Carosiello - Fatina

Fatina, invece, che apparentemente si pone come un semplice ritratto, mostra una piccola donna o meglio una bambina, colta quasi di sorpresa che impaurita rivolge lo sguardo allo spettatore. Fili rossi e neri sembrano tenerla avvinghiata alla tela, quasi a voler simboleggiare un’anima intrappolata nei suoi dubbi e nelle sue incertezze.

Paola Carosiello è dunque un’artista estremamente incisiva, sempre pronta a sperimentare nuove tecniche. Nella pittura ella ritrova la sua energia positiva, affrontando spesso tematiche particolarmente difficili quali ad esempio la fugacità del tempo o la disperazione, che attraverso le sue tele riesce a trasmettere intensamente arrivando al cuore dello spettatore!

domenica 6 marzo 2016

Simone Galimberti , l’artista della luce e delle ombre che vuol giungere all’anima dell’essere umano!

Non dipingo pensando di creare qualcosa
che stia necessariamente bene appeso ad una parete,
in un salotto o in una casa.
Credo che quello sia compito di arredatori o designers.
Preferisco pensare le mie opere come qualcosa che,
a prescindere da dove saranno collocate,
arredino l’animo di chi le guarda.
 Simone Galimberti


Abbiamo conosciuto Simone Galimberti un anno fa alla nostra collettiva Il Nudo tra seduzione e provocazione tenutasi a Firenze dal 26 Settembre al 7 Ottobre 2015.
Galimberti, artista milanese, da sempre interessato all’arte, ha cominciato realmente la sua attività pittorica nel 1997, specializzandosi nella rappresentazione di nature morte e in particolare di soggetti femminili.
Rifacendosi ad artisti del calibro di Leonardo, Caravaggio, Ingres fino ad arrivare ai più moderni Saturno Buttò e David Kassan, Galimberti inizia il suo percorso come autodidatta, studiando a fondo le opere di questi artisti che egli definisce i suoi maestri e leggendo i diversi trattati antichi e moderni sulla pittura.

Le sue nature morte, seppur molto vicine alle raffigurazioni seicentesche differiscono da quest’ultime per la loro freschezza, non configurandosi più come emblema del male o della caducità dell’esistenza. I frutti che l’artista ritrae nelle sue tele presentano ancora delle parti per così dire “vitali”: sono pronti per essere gustati, come dimostrano ad esempio il limone appena sbucciato o la mela addentata, e seppur destinati, come si sa, a marcire, essi vengono immortalati per sempre in un preciso attimo della loro esistenza, divenendo così simbolo di eternità!



Simone Galimberti - Still life

Simone Galimberti - Un lampo nel buio


Le figure femminili, altro soggetto ricorrente nelle opere dell’artista sono, invece, descritte prevalentemente nella loro sensualità, con particolare attenzione anche alla descrizione anatomica.



Simone Galimberti - The B side of the moon
(Cry for the moon)

Degna di interesse è la serie Cry for the moon, che abbiamo avuto modo di conoscere in parte alla nostra collettiva sul Nudo grazie all’opera The B side of the moon, esposta in quell’occasione.

Simone Galimberti -Falce di Luna
(Cry for the moon)
Cry for the moon, è una sorta di ciclo pittorico in divenire, in quanto l’artista vi aggiunge ogni anno qualche nuovo disegno o dipinto. Composto prevalentemente da ritratti femminili, in esso Galimberti, alla sensualità della donna, evidenziata da particolari pose che accentuano alcuni scorci delle sue nudità, associa l’immagine della luna, da sempre strettamente connessa alla figura femminile, evidenziando anche un’attenta osservazione dell’astro celeste, descritto nei minimi particolari.


In quest’ultima collettiva, “Orietur in tenebri lux tua”, incentrata sul rapporto luce-tenebre nell’arte contemporanea, Simone Galimberti mostra tutta la sua abilità pittorica nell’opera eseguita in olio su tela, Surrender to the light, appositamente creata per questa esposizione e nella quale l’artista, rendendo ancor più forti i contrasti chiaroscurali, sempre presenti nelle sue tele, è riuscito a costruire un’immagine di grande impatto visivo, nonché spirituale, attraverso la quale incita lo spettatore ad arrendersi al potere della luce, trovando così la propria pace interiore, liberandosi una volta per tutte dalle tenebre che attanagliano la vita!

Simone Galimberti - Surrender to the light

Un artista, dunque, molto interessante che, conscio della grandezza e della bellezza delle opere degli antichi maestri, ha saputo prendere il meglio da ognuno, elaborando uno stile proprio, del tutto originale, capace di condurre lo spettatore in uno spazio senza tempo, in una dimensione onirica che lo attrae, facendolo sentire parte dell’opera stessa.

F. Callipari

giovedì 3 marzo 2016

“Orietur in tenebris lux tua”, Kouros presenta Carlotta Mantovani e l’arte come energia e liberazione dalle sofferenze interiori…


Carlotta Mantovani - Luna... luce del divenire


Nell’ambito della collettiva “Orietur in tenebris lux tua-Arte contemporanea tra luce e tenebre” ospitata a Lucca presso la sala comunale Corte dell’Angelo dal 28 Febbraio all’8 Marzo, l’Associazione Kouros è lieta di presentare l’artista Carlotta Mantovani, che espone un’opera olio su tela dal titolo “Luna...luce del divenire".

Carlotta, raccontaci di te.. Quando e da cosa è scaturita questa passione per l’arte?

La mia espressione artistica ha origini lontane, risale forse all’infanzia, quando mi sentivo profondamente attratta dai colori. Dopo l’istituto Magistrale ho frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna tra il 1979 e l’83, anno in cui mi sono diplomata.
Non fu una esperienza appagante, sinceramente! Non avevo chiare in mente, allora, le motivazioni della mia ricerca e non trovavo interlocutori che potessero condividere la stessa inquietudine.
Una volta terminata l’Accademia ho accantonato la ricerca, per dedicarmi alla illustrazione. Ho insegnato per qualche anno Educazione Artistica, ho lavorato in uno studio Grafico poi mi sono “persa a crescere i miei 3 figli”.
Parallelamente ho scritto poesie e brevi racconti e, proprio la scrittura ha risvegliato la mia ricerca espressiva.
La musicalità delle parole unita all’eco dei significati mi hanno riportata sulla via della riflessione sul senso delle cose.
Negli ultimi anni, da quando ho ripreso a dipingere ad olio, ho riscoperto un mondo che mi appartiene da sempre. La forza dei colori è un grande richiamo all’energia della vita.

Sappiamo che oltre alla pittura ti dedichi con molta passione alla scrittura e in particolare alla poesia. In entrambi i casi, poesia o pittura, segui molto l’istinto o parti sempre da un preciso progetto, da un’idea pensata da tempo?

La frase di apertura del mio sito è: “cercare e non trovare i confini dell’arte”, proprio perché poesia, pittura, musica di cui mi nutro…e che purtroppo non produco (ma qui bisognerebbe allargare il discorso a dismisura sull’energia che l’essere umano è in grado di mettere in moto…o forse solo di intercettare come corrente ascensionale. Energia che scuote e coinvolge, interroga e accompagna) sono espressioni dello stesso animo inquieto.
Dunque mi piacerebbe realizzare progetti precisi e pensati, ma poi mentre lavoro mi rendo conto che il mio inconscio si impone e pretende di dire la sua, proprio come un sogno segue una traiettoria priva di logica apparente.
Generalmente c’è un momento in cui il mio lavoro si ferma, restiamo in silenzio ad osservarci, anche molto tempo…finchè emerge ciò che sta nel profondo della mente.
Mi è capitato più di una volta di capire il significato di un quadro dopo averlo finito.
In realtà anche le poesie emergono da sole, come fossero indipendenti da me.
La loro trama si aggira nella mia mente per qualche giorno, poi, quando sono pronte le scrivo. E generalmente non le correggo.
Molti quadri e poesie non li potrò mai dipingere o scrivere semplicemente perchè li trovo al mattino, nella mente, e poi se ne vanno perchè non riesco ad afferrarli.

Alla nostra collettiva esponi un’opera intitolata “Luna, luce del divenire” nella quale su tutto primeggia questa luna potente e magica che sembra voler portare lo spettatore ad una riflessione quasi “spirituale”. Raccontaci come è nata e quale messaggio vorresti trasmettere attraverso di essa?

Nelle mie poesie è presente la fettina di luna: “unica luce del mio divenire” proprio perché per molti anni ho vagato interiormente senza una chiara visione di cosa andassi cercando. La metafora della poca luce di una fettina di luna come guida nella notte della ragione ha assunto un significato simbolico per me. In realtà, dopo molta riflessione ho capito che quella immagine ha avuto una origine precisa, in una notte in cui ho vissuto una situazione amara. Fatto di cui ho scritto un racconto tutto d’un fiato, 38 anni dopo…
Ovviamente l’ho dipinta varie volte, ma il quadro che espongo alla mostra raffigura una luna immensa, piena, che dòmina la nostra esistenza, proprio come una luce soave e silenziosa che ci accompagna, fedele come solo una madre può essere e aspetta il momento in cui comprendiamo di essere parte di una umanità ininterrotta che vive e chiede di non essere dimenticata.
Nei miei lavori sento l’energia dei primi uomini che lasciavano l’impronta delle loro mani sulla roccia.
Nel quadro “Luna, luce del divenire” inizialmente era prevista, progettata appunto, solo la luna sul fondo blu. Luce e universo. Poi non ho resistito e ho dipinto una foresta confusa, come fosse bruciata da un grande incendio, violentata dalla furia degli eventi…scheletri di alberi muti, in uno stato di oblio…
Il messaggio penso possa essere proprio la pace che si prova quando, dopo una vita passata ad aspettare, a cercare, a domandare…a “bruciare”, ci si accorge che sopra la storia singola di ognuno splende più grande la storia dell’umanità intera.
Generazione dopo generazione siamo arrivati fino ad oggi senza che mai, nemmeno per un momento, sia venuta meno la guida della luce della luna.
L’uomo ha in sé una carica talmente forte da poter far fronte alle sfide più angosciose e continuate il proprio cammino. La luce della ragione, il calore del sentimento, i colori della vita, possono guidare i nostri passi verso l’ignoto e l’arte, così come la scrittura o la musica sono espressione di una vitalità spirituale antichissima e smisurata. Riflesso di un divino che arde dentro l’umano.
Ma ancor più la luna del mio quadro offre, come per propria naturale caratteristica, un perdono “potente” appunto, che ci permette di dare pace alle ceneri della nostra storia.


Hai particolari progetti per il tuo futuro artistico? A quali altre estrinsecazioni assisteremo da parte tua?

Non ho progetti precisi, se non quello di riuscire a dedicare più tempo ed energia all’arte, proprio perché questo è il mio modo di sublimare la storia del mio mondo, delle vicende che mi hanno forgiata e delle speranze che ho per il futuro, non solo  mio, ma di chi amo o di chi mi capita di incontrare.
Vorrei riuscire a coordinare i miei racconti per pubblicare un libro illustrato.
Ma non sono bravissima a coordinare i pezzi sparsi…mi affido al futuro che mi chiama, ma non so quali mattoni si concretizzeranno. Man mano che l’esperienza si farà più completa cercherò di rendere più visibile il mio lavoro.

La collettiva “Orietur in tenebris lux tua”, da noi organizzata, ha come obiettivo non soltanto quello di indagare sul rapporto luce-tenebre, da sempre tematica fondamentale della storia dell’arte, ma allo stesso tempo vuol far riflettere lo spettatore sulle “tenebre” che avvolgono la vita di ognuno, svolgendo una funzione quasi “salvifica”, capace di aiutarlo a ritrovare la propria luce interiore.
Qual è il tuo pensiero a riguardo? Credi che l’arte possa svolgere un ruolo che vada al di là del semplice piacere visivo?

Penso che ognuno abbia un proprio modo per affrontare le tenebre della propria vita, anche se non ne è consapevole. Per me l’arte è stata un grande strumento per dar voce alle mie difficoltà e sofferenze, ma anche una celebrazione della gioia di vivere.
Concludo con la frase che da sempre fa da contenitore a tutti i miei lavori: ognuno infatti è un “Piccolo tassello del grande mosaico: Studio dei particolari di un’anima appesa ai bordi del vento”.
E in fine voglio riportarvi una frase di Van Gogh: “Quando la consolazione non c’è resta l’arte, per sempre, e allora non si sarà mai vuoti né soli”.

Grazie Carlotta per le tue parole e per la tua sensibilità che traspare così evidente da ciò che scrivi, così come da ciò che dipingi; il chiarore della tua luna ci illumina nel profondo e ci abbaglia di nuova luce, rischiarando tutte le nostre umane incertezze ed immettendoci in un cammino nuovo, fatto di colori accesi e brillanti, quelli della speranza, sempre racchiusa in fondo al cuore e pronta ad esplodere come unico e solo motore delle nostre imperfette esistenze…

mercoledì 2 marzo 2016

Orietur in tenebris lux tua!: Kouros presenta Paolo Graziani e il rapporto luce e ombre come dissidio dell'anima


Paolo Graziani - Un faro nella notte

Nell’ambito della collettiva “Orietur in tenebris lux tua - Arte contemporanea tra luce e tenebre”, ospitata a Lucca presso la sala comunale Corte dell’Angelo dal 28 Febbraio al 8 Marzo, l’Associazione Kouros è lieta di presentare l’artista Paolo Graziani, che espone due opere, in tecnica mista, dal titolo “Un faro nella notte” e “Certe notti…sono speciali”..

Paolo, raccontaci qualcosa di te….. Quando è come è nato il Graziani artista?
La passione artistica nasce associata a un profondo percorso personale intrapreso alcuni anni fa,  maturai l'esigenza di soffermarmi con diversa attenzione su aspetti, situazioni, interlocuzioni che mi transitavano nel quotidiano: un saluto può non essere un semplice saluto, una cordialità può essere non una semplice cordialità, etc…dipende da noi e da come ci poniamo, mi viene da pensare allo stupore di un bimbo che inizia a conoscere ciò che lo circonda, il recuperare quella sensibilità, quella gioia per alimentare  il nostro animo...  sentii pertanto il bisogno di ricercare,  riscoprire il valore di ogni singolo dettaglio, per stare e sentirmi meglio , ricevendone in taluni casi emozioni talmente grandi e forti che iniziai  a cercare di tradurle,  eseguirle  in quadri.

Cosa senti al momento di metterti davanti alla tela? Sai già esattamente quello che vuoi realizzare o lasci che la mano faccia da sé, in una libera estrinsecazione della tua fantasia?

Ho questa convinta percezione di tutto..che esiste molto di più di quello che si vede e si percepisce con i sensi…premesso questo, più che quello che vedo, ciò che mi piace cercare di realizzare e interpretare è quel sentire, quell'emozione che rimane stampata nell'animo quando chiudo gli occhi…
A volte imposto una traccia, altre assecondo l'emotività, l'impulsività del momento...due aspetti mi piacerebbe che emergessero da questo mio pormi, da questo sperimentare: che alcuni di questi quadri siano materici , ossia che oltre il colore anche la texture animata sia parte del pensiero, del racconto. Inoltre che in ogni esecuzione prevalga l'emozione, l'impressione,  l'aspetto metafisico e onirico, mi piace pensare a un trasporto del pensiero.

Che messaggio vorresti pervenisse agli spettatori alla vista delle tue opere?

L'evento pone il delicato tema del rapporto fra l'oscurità e la luce che ci può aiutare, guidare, accompagnare fuori da questo smarrimento, argomento molto sentito, una attualissima metafora sulla vita,  fondamentale e per nulla scontato è  la consapevolezza di ciò che viviamo , il porci le giuste domande per ricercare le risposte che naturalmente albergano in noi, una sana e consigliata riflessione per migliorare il nostro percorso di vita, si mi piacerebbe se fosse questo il messaggio che venisse colto.

Alla nostra collettiva esponi due opere apparentemente semplici ma allo stesso tempo molto riflessive, nelle quali indaghi profondamente sul vivere umano e le sue inquietudini. Raccontaci come sono nate e quali messaggi si nascondono dietro di esse?

Un faro nella notte: Come tantissime altre persone non sono per nulla contento dei periodi che stiamo vivendo, invidie, gelosie, opportunismi, violenze di ogni genere, poca attenzione, sensibilità rispetto per ogni essere umano, il sistema attuale è inutile negarlo è miseramente fallito, perché ha smarrito  il senso della dignità umana,  tutto questo non può transitarmi inosservato, mi crea tra le tante reazioni disappunto, desolazione, tristezza... una serata nel mio cortile ero avvolto da questo tipo di pensieri, e mi soffermai su un faro che per illuminare un campo sportivo indirettamente illuminava nel buio totale la chioma verde di un albero, quella sensazione mi ha colpito...tanta oscurità ma da quella luce emergeva unicamente il verde, fortissimo un pensiero di speranza….di conforto…..di fede…

Certe notti ….sono speciali:
un opera per trasmettere, una certa quiete, una calma di sentimento...anche se in determinati momenti ci ritroviamo  nell'oscurità...quando siamo nei luoghi giusti , con la luce giusta, con il giusto porci...non dobbiamo temere, disponiamo di tutti gli elementi per affrontare serenamente quella notte.


Paolo Graziani - Certe notti...sono speciali

La collettiva “Orietur in tenebris lux tua”, da noi organizzata, ha come obiettivo non soltanto quello di indagare sul rapporto luce-tenebre, da sempre tematica fondamentale della storia dell’arte, ma allo stesso tempo vuol far riflettere lo spettatore sulle “tenebre” che avvolgono la vita di ognuno, svolgendo una funzione quasi “salvifica”, capace di aiutarlo a ritrovare la propria luce interiore.
Qual è il tuo pensiero a riguardo? Credi che l’arte possa svolgere un ruolo che vada al di là del semplice piacere visivo?

Riflessione che sposo e condivido, credo convintamente che qualsiasi forma artistica: pittura, musica, poesia, che sia giusto per citarne alcune,  ha e deve avere una funzione vitale di arricchimento per ogni sentire umano, soprattutto in questo periodo storico di impoverimento generale di qualsiasi sensibilità...esprimo un ulteriore concetto, ognuno di noi dovrebbe cercare e porsi l'obbiettivo di essere "artista nel pensiero": nel porsi, nell' agire...per valorizzare e ottimizzare al massimo ogni attimo, momento, situazione, interlocuzione che questa vita ci riserva, per migliorarci e vivere meglio  noi,  per migliorare e rendere più gradevole e positiva la vita di chi ci circonda

Hai particolari progetti per il futuro artistico?
Continuare in modo appassionato a visitare eventi, mostre, partecipare quando si conciliano le situazioni personalmente a eventi (alcune sono già in essere), beneficiare della  conoscenza e sensibilità di altri artisti, di appassionati d'arte che organizzano questi eventi e manifestazioni, di trovare in questo delizioso sentire, in questo piacevolissimo confronto altre fortissime  emozioni da raccontare e tradurre  in nuove opere.

Grazie Paolo per le tue parole, delicate e intense come le tue pennellate, che colorate e vibranti penetrano nell'anima e ci indirizzano verso orizzonti immaginifici infiniti e tutti da scoprire, dove sognare è lecito e la speranza è la luce che ci accompagna nel cammino impervio dell'esistenza illuminando ogni angolo buio del nostro vivere...

martedì 1 marzo 2016

Orietur in tenebris lux tua!: Kouros presenta Gianpaolo Cappello e il rapporto luce e ombre in chiave "vedutista"..


Nell’ambito della collettiva “Orietur in tenebris lux tua - Arte contemporanea tra luce e tenebre”, ospitata a Lucca presso la sala comunale Corte dell’Angelo dal 28 Febbraio al 8 Marzo, l’Associazione Kouros è lieta di presentare l’artista Gianpaolo Cappello, che esporrà due opere, olio e acrilico su tela, dal titolo “La suggestione del prato” e “Guarda le ochette!”…


Gianpaolo Cappello - La suggestione del prato


Gianpaolo, permettici di conoscerti meglio.. quando e come si è originato in te il “fuoco sacro” dell’arte?

Quando frequentavo le scuole medie e mi è capitato di trovare, in un cassetto di casa, dei tubetti di colore. Erano delle vecchie tempere che mio padre aveva usato da giovane in un corso di pittura. Stesi il blu di Prussia, che allora non conoscevo come tale, su un foglio e rimasi affascinato dalle varie tonalità, che avevo ottenuto casualmente, con le pennellate casuali. E stato il blu di Prussia che mi ha preso per mano e introdotto nel mondo della pittura perché iniziai subito a provare a dipingere copiando alcuni soggetti impressionisti trovati nelle riviste...

Il momento creativo è per te un atto spontaneo, o la conseguenza di un disegno già prefissato nella tua mente?

Sono affascinato dalla natura, i paesaggi naturali e artificiali, in momenti particolari della giornata quando i colori sono più suggestivi. Quando viaggio ho sempre con me una macchina fotografica e raccolgo tutti i momenti che mi attraggono. Da queste immagini nascono le mie opere.

C’è un messaggio particolare che intendi trasmettere attraverso le tue opere?

Provo gioia quando riesco a ritrasmettere l'emozione che ho provato vedendo il soggetto reale, che mi ha ispirato. Modifico leggermente i colori per esaltarne l'effetto e cerco di magnificare le luci. Probabilmente il messaggio è l'amore per la vita. Probabilmente ho già risposto prima, sono nate dall'amore per la natura e le creazioni dell'uomo e vorrebbero ritrasmettere questo amore. Se amiamo la natura, l'ambiente in cui viviamo, amiamo la vita.

La collettiva “Orietur in tenebris lux tua”, da noi organizzata, ha come obiettivo non soltanto quello di indagare sul rapporto luce-tenebre, da sempre tematica fondamentale della storia dell’arte, ma allo stesso tempo vuol far riflettere lo spettatore sulle “tenebre” che avvolgono la vita di ognuno, svolgendo una funzione quasi “salvifica”, capace di aiutarlo a ritrovare la propria luce interiore. Qual è il tuo pensiero a riguardo? Credi che l’arte possa svolgere un ruolo che vada al di là del semplice piacere visivo?

L'arte è fondamentale per trovare la luce interiore. La pittura assieme alla letteratura, alla musica, all'architettura e al cinema sono essenziali per l'umanità perché permettono agli uomini di allargare i propri orizzonti. Attraverso l'arte l'uomo arriva ad intuire la spiritualità, è l'arte che permette l'astrazione, è l'arte che apre nuovi dubbi, nuove domande...

Gianpaolo Cappello - Guarda le ochette


Progetti per il futuro artistico? Quali altre manifestazioni ti vedranno protagonista?


Dovrei fare una esposizione personale nella Galleria Samonà di Padova in autunno.

Grazie mille per le tue risposte, la tua arte è un universo multiforme di emozioni che ci incanta e ci inchioda alla tela facendoci entrare in una dimensione alternativa dove tutto è colore e luce e non c’è spazio per le tenebre ma solo per lo meraviglioso spettacolo dell’arte che è poi lo spettacolo stesso della vita.