martedì 30 giugno 2015

NO VIOLENCE!: Kouros presenta Maruska Berti, l’artista che esprime l’impotenza umana di fronte alla violenza…

Maruska Berti - Persecuzione

Nell’ambito della rassegna NO VIOLENCE! - La bellezza contro la brutalità che si terrà a Lucca presso la Sala di Corte dell’angelo dal 29 Giugno al 8 Luglio l’Associazione Kouros è lieta di presentare l’artista Maruska Berti, che esporrà un’opera tesa a denunciare la violenza sulle donne…

Kouros: Maruska aiutaci a conoscerti meglio raccontandoci com’è cominciata questa tua passione per l’arte e cosa significa per te la pittura?

Maruska: La mia passione per l'arte è nata con me, fin da piccola ho sempre disegnato o mi esprimevo più facilmente con il disegno. Per me la pittura è un viaggio di introspezione e raffigurazione delle realtà celate,o meglio ancora questo è quello che piace rappresentare a me.

Kouros: Alla nostra rassegna NO VIOLENCE! esponi un’opera particolarmente emblematica degli abusi e dei silenzi ai quali troppo spesso siamo sottoposti…Cosa ti ha indotto ad affrontare tali tematiche?

Maruska: La mia sensibilità riguardo all’argomento che mi tocca tantissimo.

Kouros: Com’è nata esattamente quest’opera?

Maruska: E’ stata il mio riavvicinamento all’arte dopo tanti anni, perché costretta a rimanere immobile per mesi da un incidente causato proprio da una forte violenza verbale.

Kouros: A partire dalla tela vuota hai già bene in mente cosa realizzare o la creazione parte di getto senza un preciso perché?

Maruska: Solitamente la mia opera parte sempre da un messaggio che voglio enunciare o da un’idea, ho scelto per il momento la tecnica del pastello perché è veloce nella rappresentazione è questa è la mia primaria esigenza.

Kouros: Cosa intendi dire attraverso le tue opere a chi le osserva?

Maruska: Principalmente rappresento figure femminili,che sono secondo me il veicolo più sano e naturale per trasmettere emozioni,tutto nasce dalla donna.

Kouros: Quali obiettivi ti poni per il tuo avvenire artistico?

Maruska: I miei obiettivi sono gli stessi di chi guarda un’opera, entrare in un modo emozionale e arricchirsi emotivamente anche per un solo attimo. Questo penso sia un ottimo obiettivo.

Ti ringraziamo per il tempo che ci hai concesso, la tua espressione artistica è un grido di dolore e di dissenso verso ogni forma di violenza, un urlo che si leva potente e poderoso fino a toccare le corde più profonde dell’animo umano…Il tuo “No alla Violenza” è il nostro “No” che proveremo tutti insieme a trasformare in un “Si” alla vita, alla libertà, al rispetto incondizionato di ogni individuo…

Ass. Kouros Lucca

lunedì 29 giugno 2015

Apertura mostra "No Violence" a Lucca in sala Corte dell'Angelo...


Oggi alle 18:30 avrà luogo l’apertura della mostra “No Violence”, vi aspettiamo numerosi a Lucca in Sala Corte dell’Angelo per gridare tutti insieme il nostro “No alla Violenza”…

Per maggiori dettagli sull’evento visitare anche il seguente sito: http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=150495

venerdì 26 giugno 2015

Kouros presenta: Cinzia Zottino, vincitrice del terzo premio alla I edizione del Concorso “Amore Materno”, sezione poesia...


Una madre che si rifugia nello sguardo di un figlio, vi si aggrappa prepotentemente pur di non lasciarsi andare tra gli affanni del vivere, e similmente un figlio legato a doppio filo all’amore genitoriale, dal quale cerca quella stessa protezione di quando era solo un bimbo e chiedeva un bacino sul ginocchio sbucciato, come se l’amore guarisse ogni ferita…oggi il bimbo è un uomo e le ferite sono quelle dell’anima, ma la madre e il padre sono sempre lì, con qualche ruga in più, qualche capello bianco, come il porto più sicuro tra le tempeste della vita…come una certezza d’amore nel mare delle insicurezze e dei problemi del quotidiano…Tutto questo e altro ancora è “Figlio mio”, di Cinzia Zottino, terza classificata alla I edizione del concorso “Amore Materno”, indetto dalla nostra associazione…

Kouros: Ma chi è Cinzia Zottino e come è nata la sua passione per la poesia? Lo chiediamo subito alla diretta interessata…Parlaci un po’ di te Cinzia!

Cinzia: Ringraziandovi per esser stata annoverata tra i vincitori, confesso che la cosa mi ha emozionata tantissimo... é stata una carezza di autostima spesso  trattenuta egoisticamente dalla frenetica realtà , restia a concedere gratificazioni a favore di abitudinali e convenevoli gesti...un “briciolo di vanità” con cui imbandire una tavola i cui commensali (figli e marito) rimangon scherzosamente stupiti. Sono felicemente mamma e moglie a tempo pieno...di carattere timida e  fin troppo sensibile, già dai tempi della scuola, mi rifugiavo fra le pagine bianche di un vecchio blocco notes e annotavo pensieri, parole non dette...davo libero spazio alla fantasia e scioglievo così quel nodo alla gola che mi faceva star male. Come è nata la mia passione per la poesia? Qualche anno fa, cimentandomi goffamente con il pc, scrissi un mio pensiero sul mio profilo facebook ed una persona amica , entusiasta di ciò che avevo lasciato tra le righe, mi spinse ad iniziare a scrivere versi...umilmente provai senza però pretese di protagonismo... solo per la gioia di riuscir a regalare emozioni. Null'altro...

Kouros: Come nasce “Figlio mio”?

Cinzia: Questi versi son nati un mattino dopo un abbraccio inaspettato ed un “Ti voglio Bene Mamma”... penso non ci sia modo migliore per iniziare la giornata!

Kouros: Che cos’è per te l’amore materno?

Cinzia: La forma d'amore per eccellenza che nessuno potrà mai clonare... quel connubio che inizia nel grembo e si evolve nel tempo senza compromessi...senza regole prefissate...un legame indissolubile  che porta a donare la propria vita a favore dell'altro...senza chieder nulla in cambio...solo per vero e puro Amore!

Kouros: Cosa vuol dire per te scrivere poesie o più in generale liberare le emozioni attraverso una penna o, adattandoci ai tempi di oggi, attraverso la tastiera di un computer?

Cinzia: Scrivere è dar voce alla silente melodia dell'anima... è un leggiadro volo di pensieri che imbevuti di emozioni si adagiano su bianche distese... è l'essere se stessi...senza timidezza...è il saper dar forma ad un riservato canto che solo con la sensibilità dell'animo si riesce ad ascoltare...e poco importa se non vieni da tutti compreso...ci si veste di umiltà e intimamente si diventa ricchi.

Kouros: Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Cinzia: Progetti definiti non ne ho. Continuare a scrivere per me stessa, per gli altri solo ed unicamente per regalare emozioni.

Kouros: Quali sono gli “obiettivi” che ancora oggi ti prefiggi?

Cinzia: Mantenere integri quei valori di vita coi quali son cresciuta e con la speranza di trasmetterli ai miei figli nella loro assoluta semplicità. Son dell'idea che non occorre salire su di un piedistallo per sentirsi realizzati...anzi, sarò all'antica (come spesso i miei figli mi dicono) ma preferisco rimanere confusa tra la folla e camminare dignitosamente a testa alta con le mie piccole conquiste quotidiane piuttosto che esser abbagliata da evanescenti miraggi che oggi splendono e domani...non sei mai esistita.
Grazie dal profondo del cuore per avermi regalato questo spazio...una pagina di istanti di vita che con piacere ho condiviso con Voi.

Grazie mille cara Cinzia per il tempo a noi dedicato e congratulazioni per questo meritato terzo premio, la tua poesia è un intenso e delicato inno all’amore tra genitori e figli, quello forse più autentico ed eterno che possa esistere, quello che resiste a tutte le intemperie della vita e giunge salvo e ancora più forte a destinazione…Continua a riempirci l’anima con le tue parole…non finiremo mai di ringraziarti!!! 

mercoledì 24 giugno 2015

Kouros presenta: Savio Liborio Ciufo, vincitore del secondo premio alla I edizione del Concorso “Amore Materno”, sezione poesia, con l’opera “Nati per essere figli”…


Uno straordinario e coinvolgente excursus attraverso l’indecifrabile mistero della vita, quasi un dibattito con sé stesso al fine di avere alcune risposte fondamentali e ancora irrisolte: perché ci è dato il potere immenso di dare la vita? Perché ci è data la responsabilità di un’altra vita oltre la nostra, della quale prendersi cura come un tesoro inestimabile? Non vi è un senso a tutto questo, non vi è una risposta precisa, ma Savio Liborio Ciufo, mettendosi nei panni di ogni genitore, ha una suprema certezza: difenderà i suoi figli a costo della sua stessa esistenza, in nome di un amore spesso incompreso e mal corrisposto, ma grande, grandissimo, infinito, oltre il tempo e lo spazio, oltre la vita…

Kouros: Ma chi è Savio Liborio Ciufo e come è nata la sua passione per la poesia? Lo chiediamo subito al diretto interessato…Parlaci un po’ di te Savio!

Savio: Alla domanda chi sono, la prima risposta che do di solito è: quale Savio volete sapere? Una cosa che ho sempre affermato in base alle esperienze che mi sono cadute addosso, è che per quanto mi riguarda “le passioni rappresentano i lavori che avremmo voluto fare, se solo ci fossero state le giuste raccomandazioni…” quindi, Savio lavoratore, è un dipendente statale… Savio che cerca di riappropriarsi del mestiere-passione che gli spetta, è uno scrittore di generi molto particolari.

Ho iniziato con le poesie filosofico-sarcastiche, ho proseguito con i monologhi ironici per continuare fondendo le due cose e scrivendo commedie teatrali genere comico-brillante (sino ad ora mai rappresentate.) Con questo genere ho vinto vari concorsi tra cui il prestigiosissimo “Premio Massimo Troisi” a Napoli, ed il Premio Internazionale “Angelo Musco” a Taormina… 

Però realmente, ancora non ho risposto alla vostra domanda, come sono arrivato alla passione per la scrittura, e purtroppo non si può rispondere a tale richiesta senza doversi fare i complimenti da soli, visto che cosa di cui tutti dicono: “Nooo… è gravissimo e non si fa”.  Io sono arrivato alla scrittura e alle sue varie forme, perché parlando nei vari discorsi che mi trovavo ad affrontare giornalmente, dicevo sempre la mia in modo nuovo, accattivante interessante, e soprattutto (tappatevi le orecchie i deboli di cuore…) molto intelligente.

Kouros: Cosa ti ha spinto, da uomo, ad esprimerti sul tema dell’amore materno?

Savio: Questo è uno dei temi base della nostra vita, era impossibile che io non me ne occupassi; l’amore di un genitore, padre o madre che sia, è un tipo di amore sconfinato, è in me e l’ho visto in mia madre giorno per giorno… Ma più di ogni altra cosa io lavoro con i bambini ammalati, e quindi non ci sarebbe altro da aggiungere. 
Mi sentivo in obbligo da buon decifratore, di dire cosa si è perso chi non ha avuto modo o peggio voglia di provare tale sentimento “nel bene… o nel male.”  
Ora capite perché è proprio parlando di questi temi, che in uno dei miei libri mi sono auto dedicato questa frase: “E se prima hai iniziato per passione… ora continua per dovere…”

Kouros: Prendendo spunto dal titolo della tua opera “Nati per essere figli”, Cosa significa per te “Nascere per essere figli”?

Savio: Religiosamente parlando è plausibile che Dio ci abbia creati per il troppo amore che aveva addosso, “l’ha dovuto dividere o esplodeva,” e nel contempo ha ottenuto o cerca di ottenere di essere amato da qualcuno “che non sia se stesso,” che è la cosa più bella che si possa desiderare…

Fisicamente il concetto è simile, siamo tutti figli di qualcuno ma non tutti genitori di qualcuno; per i figli amati si dà la vita, sono quindi loro che ci indicano la strada del giusto comportamento, e se proprio non rispettiamo noi stessi, è per loro invece che dovremmo cercare accordi con gli altri popoli e non le guerre: “siamo nati per essere figli, e continueremo a vivere senza scannarci l’un con l’altro solo grazie a questo concetto.”

Kouros: Cosa vuol dire per te scrivere poesie o più in generale liberare le emozioni attraverso una penna o, adattandoci ai tempi di oggi, attraverso la tastiera di un computer?

Savio: Il mio concetto di scrittura è un po’ diverso; ad esempio le mie poesie come accennavo, sono un misto di teoria filosofia poesia e sarcasmo, quindi non voglio solo liberare emozioni ma inventarne nuove, che è la cosa più difficile… 

Voglio fare comprendere che si può fare, che ciò che stiamo guardando davanti ha anche un dietro, un “a destra” e un “a sinistra”, che tutto può essere cambiato, che le verità sono anche tre e la terza di solito è nascosta, e ancora che le cose possono essere dette in modi non solo lineari, ma anche affascinanti; sappiate che alla domanda “quanto fa tre più due…” si può dire anche che la risposta è “sei meno uno”. 

Kouros: Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Savio: Ho da poco (finalmente) pubblicato con l’editrice Zonacontemporanea di Genova, un bellissimo racconto, questo è concepito ad arte per spiazzare il lettore concetto dopo concetto: un antieroe stanco uccide tre depravati violenti, tre mostri come li chiama lui, però a un certo punto gli diranno che sbagliava a farlo, perché questi, andavano curati e non uccisi poiché anche i mostri hanno un’anima… e lui confermando l’ultimo concetto risponderà di si, risponderà col titolo: “Anche i mostri hanno un’anima (per bruciare all’inferno.)”

Il pensiero illuminante sarcastico e seducente del Tenente dei Lucius Costa racconterà un viaggio, una ricerca della fede, un’ultima caccia, che ad un certo punto lo catapulterà nell’ultraterreno alle prese con gli spettri della feccia, di coloro che ha eliminato, di coloro che secondo lui erano degli esseri talmente cattivi soprattutto con i bambini, da non meritarsi più di vivere. Avrà a che fare con la Morte, parlerà con Dio ma, non tutto sarà come sembra... È un libro pronto per essere trasformato in un bellissimo film, praticamente.

Kouros: Quali sono gli “obiettivi” che ancora oggi ti prefiggi?

Savio: Ancora oggi incontro gente che mi chiede: “Come mai lo stai dicendo solo adesso che scrivi?” Ed io rispondo: “Vedi il fatto è che ogni volta che in passato provavo a dire ad uno che scrivo, questo mi interrompeva subito per dirmi che anche suo cugino scrive… ed iniziavamo a parlare di quanto è bravo suo cugino. La strada è nascosta e certi ambienti a caste sono davvero difficili da espugnare ma… non impossibili; a un certo punto gli avevo dato pure ragione: se ogni volta che arriva uno in gamba loro lo facessero entrare… prima o poi loro finirebbero per uscire…

Lavoro a Catania ma vivo a Licata dove c’è la mia adorata famiglia, e quando mi chiedono se scrivo durante il tempo libero, rispondo che il mio tempo libero lo passo cercando di raggiungere l’una o l’altra città, per cui non ho moltissime energie da dedicare alla mia passione; vivere solo di scrittura sarebbe davvero il più bel modo di vivere, ma ogni passo che faccio verso questa meta è sempre e solo un nuovo inizio e mai un arrivo.

In questo periodo sul mio account facebook pubblico dei testi simili (per intensità ma con temi variegati,) a quello che avete premiato, “Nati per essere figli,” mi piacerebbe che un editore li pubblicasse sono tutti bellissimi; contemporaneamente cerco di pubblicizzare il mio libro di cui ne vado orgoglioso e quindi invito chi mi sta leggendo a raggiungermi là e chiedendo l’amicizia continuare a leggermi.

Grazie Kouros della vostra cortesia e per avermi selezionato...

Grazie mille Savio per il tempo a noi dedicato e congratulazioni per questo meritato secondo premio!!! Attraverso la tua poesia, chiunque di noi, ha trovato nel suo piccolo un breve istante per riflettere sul senso della vita e su tutto ciò che nel complicato percorso dell’esistenza ancora continua a sfuggirci…intanto ci hai fatto capire che probabilmente non ci resta che vivere e le risposte verranno da sé…

Pagina facebook autore: 
https://www.facebook.com/ciufosavio?fref=ts

lunedì 22 giugno 2015

Angolo recensioni: "Sotto lo stesso cielo" di Barbara Martinucci, edito da Youcanprint...


Dalla penna di Barbara Martinucci nasce “Sotto lo stesso cielo”, un appassionante romanzo, dalla scrittura semplice e scorrevole, capace di coinvolgere il lettore dalla prima all’ultima pagina in un viaggio attraverso paure, debolezze ed emozioni di quattro giovani diciassettenni che dopo alterne vicende giungeranno insieme alla maturazione ed alla piena espressione dei propri sentimenti…

Il viaggio da Londra a Pasadena di Michael De Dominicis porterà dei cambiamenti non solo nella vita del giovane protagonista, ma anche e soprattutto in quella di Emma, ragazza bellissima ed anticonformista, che vive lontana da certi schemi e da un gruppo di cui non si sente parte, mascherando i propri timori e le proprie insicurezze attraverso un atteggiamento spesse volte aggressivo e di chiusura nei confronti degli altri…

Michael riuscirà ad aprire uno squarcio in quel “muro”, ma anche Emma aiuterà quest’ultimo a lasciarsi andare e a liberarsi dalla paura di amare, dettata da un abbandono materno ancora per nulla metabolizzato…il resto lo faranno gli eventi e le circostanze negative che vedranno protagonista la stessa Emma e porteranno entrambi a scoprire la bellezza di un sentimento che ti completa e ti fa sentire vivo…

Legata alle vicende di Michael ed Emma è anche la storia di Penny e Thomas; lei è la migliore amica di Emma, vittima dei chili di troppo e degli scherni quotidianamente subiti, lui è il cugino di Emma, il più bello della scuola, all’apparenza molto superficiale e incapace di amare veramente…

Penny, da sempre innamorata di lui, farà di tutto per fare breccia nel suo cuore, anche a costo di derisioni e pubbliche mortificazioni, anche a costo della sua stessa vita…Penny entrerà pian piano nell’esistenza di Thomas ed in un’alternarsi di avvicinamenti e rifiuti, giungerà quasi a sacrificare la sua stessa vita in nome di un amore da sempre immenso, quanto apparentemente irraggiungibile…

Il tempo e gli avvenimenti daranno ragione a Penny e l’amore trionferà in tutte le sue sfaccettature, come l’amicizia tra i quattro ragazzi, resa ancora più salda dalle intemperie della vita…

È proprio questo il messaggio che intende dare l’autrice, vivere è una lunga corsa ad ostacoli, troppe volte inciamperemo lungo il cammino, troppe ferite ci procureremo nell’anima e nel corpo, ma sarà dolce la sensazione dopo averli superati uno per uno ed essere giunti alla meta, scoprendo di non essere più soli, con la ritrovata consapevolezza che se anche cadremo di nuovo, ci sarà qualcuno che ci aiuterà a rialzarci nell’impervio cammino dell’esistenza…

Un libro da leggere tutto d'un fiato...che aspettate???

Per info e acquisto libro: 

http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/sotto-lo-stesso-cielo-ebook.html

http://www.amazon.com/Sotto-stesso-cielo-Italian-Edition-ebook/dp/B00CVFP9

http://www.libreriauniversitaria.it/ebook/autore/barbara-martinucci.htmY4

http://www.inmondadori.it/Sotto-lo-stesso-cielo-Barbara-Martinucci/eai978889111126/

sabato 20 giugno 2015

Kouros presenta: Francesco Pellegrino, vincitore del primo premio alla I edizione del Concorso “Amore Materno”, sezione poesia…


Versi delicati che toccano il cuore, delicatamente lo accarezzano, un viaggio in rima che ti coinvolge e ti appassiona, parola per parola, strofa per strofa, in un crescendo di sensazioni multiformi che ti pervadono nel profondo per non abbandonarti mai più…tutto questo è “Il filo dell’anima”, poesia di Francesco Pellegrino, prima classificata al concorso “Amore materno”, è come il bandolo di una matassa che ti si aggroviglia addosso e lascia il segno indelebile delle emozioni!

Kouros: Ma chi è Francesco Pellegrino e come è nata la sua passione per la poesia? Lo chiediamo subito al diretto interessato…Parlaci un po’ di te Francesco!

Francesco: Io in realtà nasco come scrittore di romanzi (ho pubblicato il mio primo romanzo Tra Le Curve Della Vita sulle note del Liga nel 2012 con la casa editrice toscana Zona), poi un po’ per caso mi sono ritrovato a scrivere poesie: unendo la mia passione per la musica, avevo provato a scrivere testi di canzoni che poi son diventati invece delle vere e proprie poesie, tanto da riunirle in una raccolta dal titolo Stagioni con l’accento che è stata pubblicata ed è uscita un anno fa. Da lì poi è continuata questa voglia e passione di scrivere ancora sottoforma di poesia. Difatti le mie poesie sono tutte sempre in rima, seguendo una sorta di input iniziale dello schema metrico di una canzone: quasi tutte basta musicarle per avere già pronta una canzone.

Kouros: Cosa ti ha spinto, da uomo, ad esprimerti sul tema dell’amore materno?

Francesco: Mi ha spinto la nascita della mia prima nipotina, poco più di un anno fa, evento emozionalmente intenso che mi ha permesso di riuscire a trovare le parole giuste per potermi esprimere su un qualcosa lontano da me.

Kouros: Cos’è per te “Il filo dell’anima”?

Francesco: Credo sia la poesia, tra tutte quelle che ho scritto, a cui tengo di più. Un filo è un qualcosa che lega e l’anima è la parte più profonda di una persona, insieme portano ad un legame invisibile ma indissolubile, che non si sceglie e non si pesa, non si vincola ma semplicemente lo si vive portandoselo dentro. È il senso delle cose che accadono, che ci fa capire che poi in fondo non tutto è abbracciato al nulla.

Kouros: Cosa significa per te scrivere poesie o più in generale liberare le emozioni attraverso una penna o, adattandoci ai tempi di oggi, attraverso la tastiera di un computer?

Francesco: Io ho iniziato da piccolo a scrivere, sempre con la penna. Ci scrivevo le lettere quindici anni fa e ci ho scritto il mio primo romanzo, poco tempo fa, nonostante i pc. Che sia sottoforma di poesia o di racconto o di una semplice mail, per restare ai tempi moderni, scrivere per me è come dare spazio a cose che stanno dentro e non trovano il tempo ed il modo giusto per uscire fuori. Una sorta d’uscita di sicurezza dei pensieri, delle emozioni, delle sensazioni.

Kouros: Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Francesco: Continuare a scrivere. Un prossimo romanzo sicuramente, ma anche poesie o tutto ciò che come ispirazione riuscirò ad avere. Per me stesso innanzitutto. Per ora qualche idea c’è ma ancora siamo in fase embrionale.

Kouros: Quali sono gli “obiettivi” che ancora oggi ti prefiggi?

Francesco: Non progetti o programmi a lunga scadenza ma i miei obiettivi sono sempre quelli più vicini a cui poter puntare quotidianamente.

Grazie Francesco per il tempo che ci hai concesso e congratulazioni per questo meritato premio!!! La tua poesia è un dolce rimedio agli affanni del vivere, un respiro a pieni polmoni nel caos dell’esistenza, una carezza delicata e leggera ai nostri cuori in un mondo che va via veloce e non si concede nemmeno il tempo di un’emozione!!! Continua pure a deliziarci con i tuoi versi! Te ne saremo grati!

giovedì 18 giugno 2015

Kouros presenta: Maria Teresa Carniti vincitrice del secondo premio alla I edizione del Concorso “Amore Materno”, sezione fotografia…


Lo sguardo tenero di un bimbo che si aggrappa con forza alle spalle della propria madre, come se sapesse di non avere nient’altro che lei dalla vita; briciole di pane, qualche straccio addosso, ma un bagaglio d’amore insostituibile, più forte della fame, più forte della guerra, più forte delle angherie che già la sua piccola età ha conosciuto; tutto questo è “Mapenzi e Carlo”, l’intensa opera fotografica di Maria Teresa Carniti, che si è, con ampio merito, assicurata il secondo premio per la sezione fotografia nell’ambito del Concorso “Amore Materno”, indetto dalla nostra associazione…

Kouros: Ma chi è Maria Teresa Carniti e come è nata la sua passione per la fotografia? Lo chiediamo subito alla diretta interessata…Parlaci un po’ di te Maria Teresa!

Maria Teresa: Sono Maria Teresa ma per gli amici sono Mariella, da sempre ho la passione per la fotografia, ma con l’avvento del digitale ho potuto sviluppare questa mia passione in modo “diciamo” più serio. Mi piace spaziare con la fotografia in tutti i generi. Ma le foto di viaggio sono quelle che amo di più.

Kouros: Dove e come nasce questa fotografia?Chi sono Mapenzi e Carlo?

Maria Teresa: Mapenzi che tradotto dalla lingua swahili vuol dire amore è la mamma di Carlo. Mapenzi è diversamente abile, ma ciò non ha impedito alla cattiveria degli uomini di ferirla. Io l’ho conosciuta in Kenya durante uno dei miei viaggi e sono stata anche nella sua capanna. L’ho ritrovata alcuni anni dopo e ho ancora addosso la sensazione del suo abbraccio quando mi ha riconosciuto.

Kouros: Che cos’è per te l’amore materno?

Maria Teresa: E’ un sentimento incondizionato...

Kouros: Che cos’è per te fotografare? Un passatempo, un’arte del nostro tempo, o più semplicemente una maniera originale di creare emozioni, afferrando piccoli attimi di vita?

Maria Teresa: Fotografare per me è vita….. tutto quello che faccio e vedo è legato alla fotografia....

Kouros: Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Maria Teresa: Viaggiare, scattare…

Kouros: Rimanendo in tema di fotografia, quali sono gli “obiettivi” che ancora oggi ti prefiggi?

Maria Teresa: Mi piace la competizione e vorrei partecipare a concorsi ottenendo se possibile ottimi risultati...

Grazie Maria Teresa per il tempo a noi concesso e congratulazioni per questo meritato secondo premio!!! Porteremo sempre nel cuore l’emozione e la tenerezza suscitate da questa tua foto…gli occhi di Carlo così pieni di speranza saranno i nostri occhi, e la sua innocenza sarà per noi un monito per ritrovare il bambino che è in tutti noi e riscoprire così l’essenza stessa della vita… 

lunedì 15 giugno 2015

Kouros presenta: Marco Rossi, vincitore del primo premio alla I edizione del Concorso “Amore Materno”, sezione fotografia...


La delicata immagine di una madre che sorride ad un figlio ed una frase molto semplice ma efficace: ‘Per una madre avere un figlio significa almeno una ragione per sorridere ogni giorno’; è così che ci ha conquistato Marco Rossi, ottenendo dalla nostra giuria il primo premio per la sezione fotografia nell’ambito del concorso “Amore Materno”, indetto dalla nostra associazione.

Kouros: Ma chi è Marco Rossi e come è nata la sua passione per la fotografia? Lo chiediamo subito al diretto interessato… parlaci un po’ di te Marco!

Marco: Innanzitutto un grazie immenso a voi di Kouros per questo riconoscimento e per portare avanti iniziative culturali di questo tipo: faccio questo preambolo perché ritengo che non siano mai abbastanza i ringraziamenti per chi fa e promuove cultura.

Marco Rossi ufficialmente è un dottore di ricerca in Fisica, mentre l’appassionato di fotografia che vi ha spedito la foto è il suo alter ego artistico J.D.Reds: non è un nome d’arte, ma una sottolineatura del dualismo razionalità-spontaneità che mi accompagna da sempre interiormente.

La fotografia per me è una passione come altre che è sbocciata dopo aver maturato tantissima curiosità ogni volta che da piccolo osservavo foto e fotografi in azione, in particolare mio zio Valentino; mi domandavo continuamente cosa lo spingeva a non comparire mai nelle foto per restare sempre dietro all’obiettivo della sua macchina fotografica o da ripresa… da qualche anno credo di averlo capito.

Dopo esperimenti all’università da puro autodidatta ho partecipato a un corso del fotografo marchigiano Alessandro Brugnettini (www.abfotos.it) del quale ho subito condiviso l’approccio all’immagine, all’inquadratura e al concetto di fotografia. Oltre ai rudimenti tecnici Alessandro mi ha insegnato soprattutto quello che poi ho cercato di sviluppare anche da solo e cioè l’originalità del prodotto finale e il ripudio per tutto ciò che è scontato e privo di spontaneità.

Kouros: Cosa ti ha spinto da uomo ad esprimerti sul tema dell’amore materno?

Marco: I bambini sono da sempre uno dei miei soggetti preferiti insieme ai musicisti, ai ballerini e agli sportivi. Un comune denominatore di questi soggetti è che il 90% delle foto in cui vengono immortalati sono attimi di vita in cui vengono abbattuti i loro condizionamenti mentali dettati dal contesto e dalla situazione sociale nella quale sono inseriti. In poche parole si isolano da quello che hanno intorno e risultano più spontanei in quello che stanno facendo; proprio i bambini sono i più spontanei tra gli esseri umani anche in contesti socialmente caotici e complessi come possono essere una piazza piena di gente o una spiaggia estiva popolata da turisti. 

Premesso questo, l’amore materno è stato un tema che mi ha coinvolto subito in quanto ritengo il rapporto madre-figlio uno dei gioielli che la natura quotidianamente ci offre; una madre, quando è in compagnia di un figlio, perde anch’essa quei condizionamenti mentali di cui parlavo prima. Me ne rendo conto ogni volta che vedo madri coi propri figli (come Sara e Gioele, soggetti del ritratto che ha vinto il concorso); in loro scopro, anche umanamente, spunti fantastici per arricchirmi interiormente e non posso fare a meno di scattare foto.

Kouros: Prendendo spunto dal titolo della tua opera, quali e quante sono per te le ragioni per sorridere nella vita?

Marco: Le ragioni per sorridere nella mia vita sono tante perché sono una persona ottimista e positiva, nonché veramente fortunata. Al tempo stesso sono una persona che ama le cose semplici: dopo 18 anni in giro per l’Italia ho deciso di lasciare la vita delle grandi città e tornare a stabilirmi nel mio paesello d’origine, Sassocorvaro, nel Montefeltro, che per certi versi è il ritratto della semplicità.

Questa semplicità potrebbe essere interpretata da molti come ‘noia’ o ‘assenza di motivazioni’ mentre da quando sono tornato io trovo in ogni cosa un motivo per sorridere: guardo la Rocca Ubaldinesca o il lago di Mercatale ...e sorrido; posso vedere ogni giorno i luoghi della mia infanzia, gli amici di sempre, i miei genitori e la mia ragazza …e sorrido; …pago il caffè a Giovi, il vecchietto del ricovero che mi ringrazia con un benaugurante ‘…campassi 100 anni!!’ …e non posso che sorridere e così potrei farvi un elenco di svariate pagine.

Personalmente credo che non ci sia un numero limitato di ragioni per sorridere, ma comunque tutte quante sono intimamente legate alla semplicità dei gesti e delle azioni.

Kouros: Che cos’è per te fotografare? Un passatempo, un’arte del nostro tempo, o più semplicemente una maniera originale di creare emozioni, afferrando piccoli attimi di vita?

Marco: Fotografare in passato per me era un passatempo ma pian piano è diventato una vera e propria esigenza, per la precisione “un’Esigenza d’Espressione”.

Condivido la vostra definizione ‘maniera originale di creare emozioni’, ma l’emozione in primis deve essere quella del fotografo che scatta. La fotografia è un’arte e come in tutte le arti, l’artista deve essere il primo a emozionarsi se vuole emozionare il suo pubblico. Seguendo questa regola aurea valida per la fotografia, come per la pittura, per il teatro o per la musica ricordo sempre una frase che mi disse James Thompson, saxofonista di Zucchero: ‘…se non ti diverti tu, come fanno gli altri a divertirsi???...’. Vero, anzi verissimo.

Poi è ovvio che non sempre un fotografo che si emoziona riesce anche ad emozionare con le sue foto: ma per riuscire in questo è necessario un mix di abilità e fortuna che non sempre può essere governato da regole precise.

Kouros: Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Marco: In testa ho tante cose, di sicuro troppe, visto che è sempre difficile trovare il tempo per realizzare tutto quello che si pensa.

Mi piacerebbe dedicarmi al mio territorio, l’entroterra della provincia di Pesaro-Urbino e magari far uscire anche qualche pubblicazione fotografica legata sia agli aspetti culturali che rurali che caratterizzano il Montefeltro.

Sto anche sviluppando una produzione artistica che preveda un mix di tutte le mie passioni principali e cioè fotografia, pittura, musica e teatro ma ancora gli esperimenti che ho condotto su questo progetto non mi soddisfano: caratterialmente ammetto di avere un ego molto sviluppato ma al contempo l’individuo da cui pretendo ed esigo di più sono proprio io. 

Passato questo primo difficile scoglio poi esigo sempre il parere della mia ragazza Irene su quello che faccio e produco: anche se non lo do troppo a vedere la sua parola pesa sempre molto sull’ago della bilancia, perché lei a volte dimostra di conoscermi meglio di quanto mi conosca io stesso.

Kouros: Rimanendo in tema di fotografia, quali sono gli obiettivi che ancora ti prefiggi?

Marco: A breve vorrei perfezionarmi tecnicamente con qualche focus mirato insieme ad Alessandro per le foto in studio ed i reportage; credo che in campo artistico (e non solo) ci sia sempre da imparare quindi credo che quello di perfezionarmi sarà sempre un obiettivo costante anche a lungo termine. L’importante è che la richiesta di perfezionamento venga costantemente dalla mia parte interiore, motivata sempre dalla sete di conoscere e imparare e non da obiettivi di successo o carriera.

A Bologna il mio insegnante di ingegneria del suono MuCe, persona da cui ho imparato veramente tanto, mi diceva sempre: ‘…non chiederti mai chi vuoi diventare, chiediti sempre cosa vuoi imparare…’. Bene, questa è la regola che da tempo seguo nella vita ed è questa la filosofia con cui mi approccio e mi approccerò sempre anche alla fotografia.

Grazie Marco per il tempo dedicatoci e complimenti per questo meritato riconoscimento!!! Sentiremo ancora parlare di te…ne siamo certi…e anche voi, come lui, continuate a vivere di passioni, perché, non dimenticatelo mai, sono proprio quelle che ci tengono in vita e ci permettono di respirare nell’affannoso vortice dell’esistenza umana!!!  

lunedì 8 giugno 2015

Vincitori Concorso Amore Materno


A seguito della riunione del Consiglio Direttivo in merito alle opere poetiche e fotografiche pervenuteci in sede, l'Associazione Kouros ha deliberato le griglie vincitrici del Concorso poetico e fotografico "Amore Materno"; a seguire trovate il link per scaricare dal nostro sito ufficiale il pdf con l'elenco completo dei vincitori...

http://kouros-servizi.wix.com/kouros#!news/c184g

Complimenti a tutti i premiati e grazie a tutti coloro i quali abbiano voluto partecipare...

Associazione Kouros Staff