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Ambra Piliu - "L'appartenenza" |
Nell’ambito della collettiva “Il Nudo: tra seduzione e
provocazione” ospitata a Firenze presso Simultanea Spazi d’arte dal 26
Settembre al 7 Ottobre, l’Associazione Kouros è lieta di presentare Ambra Piliu
e i suoi nudi introspettivi.
Ambra, permettici di conoscerti meglio…quando è maturata
questa passione per l’arte?
La
mia passione per l'arte è maturata in tenera età mentre osservavo mia madre
dipingere. In casa mia ci sono diversi quadri da me realizzati all'età di 7
anni, a parte un breve corso di pittura fatto in quegli stessi anni, non ho mai
frequentato scuole d'arte. Sono cresciuta e ho preferito anteporre a questa mia
passione la sicurezza che avrebbe potuto conferirmi l'indirizzo di studi che
poi ho scelto di intraprendere (cinese) e così lo studio ha occupato gran parte
del mio tempo, impedendomi di dipingere ancora, finché da poco, finita
l'università, ho deciso di ritagliare del tempo per me e per quello che mi
piaceva realmente, ho quindi ripreso il pennello in mano realizzando L'appartenenza
e L'attesa, mi sono persa in questo bellissimo mondo che è l'arte e ho
dato voce a me stessa.
Cosa rappresenta per te la pittura? Credi che oggi sia più
difficile fare arte, creare qualcosa di originale in grado di stupire ed
emozionare gli altri?
Personalmente
trovo che la pittura non debba avere come scopo quello di “emozionare gli
altri”, quando dipingo lo faccio solo ed esclusivamente per me stessa e ogni
pennellata, ogni disegno rappresenta una parte di me. Il fatto stesso di
metterli in Mostra è uno sforzo per me non indifferente in quanto lo percepisco
come un vero e proprio “mettermi a nudo”. Quando dipingo mi sento catapultata
in un'altra dimensione, un posto che è solo mio e nel quale nessun altro può
entrare. È un momento intimo. Il pittore che ricerca “l'originalità” e dipinge
“per emozionare gli altri” regala finte emozioni. I miei lavori
rispecchiano la mia interiorità, penso sia questo che il pittore dovrebbe
donare al suo pubblico, solo così sarà in grado di suscitare vere emozioni.
Il difficile non è “fare arte” o “essere originali”, non lo era prima e non lo
è tanto meno adesso, la difficoltà sta nel mostrarsi, nel dar modo alla propria
anima di esprimersi, nel far fuoriuscire la propria interiorità.
Come nascono le tue opere? Parti
già da un’idea ben precisa o lasci che la mano agisca da sé in maniera del
tutto istintiva?
I
miei quadri nascono da pensieri covati nella mia mente da tempo. Dopo
un'analisi introspettiva potrei dire che rappresentano quella parte di me che
tento di reprimere. Quando dipingo però...non ci sono muri da alzare, non
esistono barriere di alcun genere ed è lì, in quel mondo in cui tutto è davvero
possibile, che il mio vero sé fuoriesce. Guardare quei quadri appena terminati
mi mette di fronte a me stessa (da qui forse riprende anche un po' l'idea de L'appartenenza:
una donna inginocchiata di fronte ad uno specchio). Nel momento in cui dipingo
mi sento sola e al sicuro e dunque sono in grado di esprimermi meglio. La
pittura è per me uno dei pochi modi attraverso cui riesco ad esprimermi senza
remore.
Alla nostra collettiva esponi “L’appartenenza” e “L’attesa”,
due opere apparentemente semplici ma che nascondono, invece, messaggi profondi.
Spiegaci meglio queste opere e raccontaci cosa vorresti trasmettere agli
spettatori che si troveranno di fronte ad esse?
L'appartenenza
e L'attesa sono, a mio parere, due fra gli stati d'animo più potenti e
fondamentali in termini di eros. Il tema che tratto è quello al momento
probabilmente più richiesto quanto criticato: il BDSM [Bondage, Dominazione,
Sadismo, Masochismo]. Ognuno ha un
proprio parere sul tema, io ho deciso di rappresentare il Mio. Questo insieme
di pratiche che molti definirebbero scabrose, immorali e deleterie,
rappresentano per me qualcosa di molto più profondo. E' un tipo di rapporto
basato sulla fiducia e sulla comunione di corpo e mente: il/la sottomesso/a
cede il controllo, l'anima stessa ad un'altra persona in grado di guidarla alla
riscoperta di sé e dei suoi limiti, introducendola passo dopo passo lungo i
meandri della sua mente e portandola il più delle volte a scoprire che ciò che
più rifiutava e ripudiava era in realtà ciò che più profondamente desiderava,
il dominatore è quel qualcuno che sa quanto oltre alla sottomessa piacerebbe
spingersi e la aiuta a trovare il coraggio di farlo. Non ci sono finzioni, non
esiste vergogna... solo abbandono e voglia di sperimentare per una più profonda
riscoperta del proprio sé. L'appartenenza rappresenta una donna che
quasi si abbraccia da sola, l'immagine riflessa nello specchio ma lo sguardo
non è puntato su di sé come sarebbe consuetudine che fosse per chi come lei si
trova davanti ad uno specchio, il suo sguardo è fisso su qualcuno alle sue
spalle che però nel quadro non appare... (ho voluto rappresentare in entrambi i
quadri esclusivamente la figura della sottomessa focalizzando tutta
l'attenzione su di lei). Inginocchiata e con un collare, simboli della
devozione nei confronti del suo dominatore, lo sguardo rimane però fiero a
simboleggiare il fatto che il suo “ruolo” non implica nel modo più assoluto
debolezza bensì una grande forza d'animo. L'attesa invece, rappresenta
una donna in balia di sé stessa e della persona che potrebbe da un momento all'altro
comparirle alle spalle. Sguardo a metà tra lo spaventato e l'eccitato, legata
ma pur sempre mentalmente padrona di sé, anche questa volta l'atteggiamento è
quello fiero, nonostante il suo stato di donna legata e costretta in quella
posizione. Vi è in Lei il desiderio di prestarsi a fare cose che ritiene
difficili per il semplice fatto che desidera dominare tali cose. E' legata ed
attende ciò che le verrà fatto... non sa cosa potrebbe succederle ed attende la
sua sorte qualsiasi essa sia... ella vi si abbandonerà.
Quali traguardi
continui a porti per il futuro?
Il
futuro è un tempo che percepisco come troppo lontano, il mio obiettivo è quello
di vivere in un costante presente senza immaginare un futuro che potrebbe,
proprio per il fatto stesso di averlo immaginato e delineato, limitarmi in un
certo senso nelle mie scelte future. Preferisco vivere la vita giorno per
giorno, senza precludermi niente: le mie scelte unicamente condizionate
dall'istante stesso, quell'esatto momento, irripetibile.
Grazie Ambra per le tue esaurienti risposte, e grazie per la
tua arte che ci conduce verso mondi interiori tutti da indagare e da scoprire,
in una dimensione parallela del nostro io, troppo spesso celato da ciò che sta
fuori, troppo spesso oscurato da ciò che è visibile, a scapito della parte più
invisibile e più importante che sta in noi: la nostra anima!
Ass.
Kouros Lucca
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